Artrite Reumatoide: arriva in Italia nuovo farmaco che agisce “dentro” le cellule

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Finalmente disponibile anche per gli oltre 400mila pazienti italiani affetti da artrite reumatoide il nuovo farmaco baricitinib che, bloccando i meccanismi che innescano l’infiammazione alle articolazioni, diminuisce il danno e i sintomi della malattia. Già approvato dall’AIFA, il farmaco sarà a breve rimborsato anche in Italia. “L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune caratterizzata dall’infiammazione e dal progressivo danno articolare. Nel mondo sono oltre 23 milioni le persone che soffrono di AR. In Italia la prevalenza è stimata in oltre 400mila casi. La patologia interessa prevalentemente le donne con un rapporto di 3 a 1 sugli uomini, con un picco di incidenza nella quinta decade di vita, benché siano disponibili evidenze di un esordio anche più precoce della malattia” spiega Fabrizio Conti, Docente di Reumatologia alla Sapienza di Roma. “Le stime dicono che solo il 30% dei malati raggiunge attualmente la remissione clinica e un numero importante di essi invece non raggiunge risultati soddisfacenti ed è destinato a vedere peggiorare progressivamente le proprie condizioni sino alla disabilità. Baricitinib ha mostrato di migliorare in maniera significativa segni e sintomi della malattia e si è mostrato efficace sul dolore spesso invalidante già dalla prima settimana. Se la malattia è riconosciuta in tempo e trattata adeguatamente, anche le forme moderate e gravi possono essere controllate efficacemente”.

Come agisce il farmaco
Baricitinib esercita la sua azione con un meccanismo innovativo: inibisce infatti gli enzimi Janus chinasi 1 e 2, molecole che,m all’interno delle cellule, inibiscono i segnali delle citochine infiammatorie responsabili dello sviluppo e della progressione della malattia. A differenza dei farmaci biologici in uso da circa vent’anni diretti verso un singolo bersaglio extracellulare, i nuovi farmaci come baricitinib attraversano la parete cellulare e possono bloccare contemporaneamente l’effetto di diverse proteine (citochine) pro-infiammatorie”. La nuova molecola è indicata per i pazienti che non ottengono miglioramenti significativi, o risultano intolleranti, ad uno o più farmaci biologici anti-reumatici (DMARD, sigla in inglese di Disease Modifyng Antirheumatic Drugs), tra cui il metotrexate, sia in monoterapia che in combinazione tra di loro.

L’opinione dei pazienti
Questa molecola rappresenta un importante traguardo e in essa sono riposte grandi potenzialità anche grazie ad alcune caratteristiche di ‘maneggevolezza’: si tratta infatti di un farmaco che si somministra per bocca rispetto agli altri che invece prevedono una iniezione. La formulazione in pillole e l’unica somministrazione giornaliera favoriscono significativamente l’aderenza ai trattamenti e rappresentano un indubbio valore aggiunto rispetto ai farmaci iniettivi. Ecco come ha commentato Silvia Tonolo, Presidente di ANMAR (Ass. Naz. Malati Reumatici) il nuovo farmaco: “la vita di un malato reumatico tra visite di controllo, gestione della terapia o delle terapie non è certo facile; l’arrivo di farmaci che si possono somministrare per via orale agevolerà la sua vita con un risparmio in ore di lavoro, spostamenti e richieste di supporto a familiari e/o caregiver. Consideriamo poi che i malati reumatici soffrono di ansia, depressione e dolore, problemi che una terapia rapidamente efficace e maneggevole può alleviare. Una terapia orale è più accettabile perché l’ago fa sempre paura, e proprio per questo motivo spesso il malato non è aderente ai trattamenti iniettivi. Disporre di una compressa ci facilita la gestione della malattia anche negli spostamenti, nei viaggi, sul lavoro, con un vantaggio in termini di qualità della vita. Per non considerare poi anche l’aspetto della diminuzione del dolore, elemento cruciale per ciascun paziente”.

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