Rischio globale di mortalità precoce: cattiva alimentazione e pressione alta

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shutterstock_148360391Un enorme studio internazionale sulle cause di morte a livello globale ha rivelato che a partire dal 1990, vi è stato un profondo cambiamento dei fattori di rischio per la morte precoce.

Nel 1990, la malnutrizione infantile e materna, l’acqua non potabile, la scarsità dei servizi igienico-sanitari, e la mancanza assoluta dell’abitudine di lavarsi le mani, sono stati i principali rischi per la morte, ma tutti questi sono stati ora sostituiti da rischi alimentari (fattori dietetici) e dall’ipertensione arteriosa (elevazione della pressione del sangue).

Questo è quanto, in sostanza, si evidenzia da una nuova analisi dei dati globali sulle cause-di-morte, pubblicata su The Lancet. Lo studio è stato condotto da un consorzio internazionale di ricercatori che lavorano al progetto chiamato Global Burden of Disease  e guidato dall’ Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) dalla University of Washington (USA) e dalla University of Melbourne (Australia); i ricercatori hanno esaminato 79 fattori di rischio per la morte in 188 Paesi tra il 1990 e il 2013. I fattori di rischio esaminati nello studio hanno contribuito a quasi 31 milioni di morti in tutto il mondo nel 2013, rispetto ai 25 milioni di morti nel 1990.

I fattori di rischio principali in tutto il mondo sono:
• l’indice di massa corporea (BMI) troppo elevato per gran parte del Medio Oriente e nell’America Latina, è il numero uno dei rischi associati alla perdita della salute
• l’inquinamento atmosferico è il rischio principale per le famiglie nel Sud-Est asiatico e in India, che sono alle prese anche con elevati rischi da acqua non potabile e denutrizione infantile
• l’alcol è il numero due del rischio in Russia
• Il fumo è il numero uno del rischio in molti Paesi a reddito elevato, tra cui il Regno Unito
• le differenze più marcate si trovano nell’Africa sub-sahariana, che, a differenza di altre regioni, è dominata da una combinazione di malnutrizione infantile, acqua non potabile, mancanza di servizi igienico-sanitari, sesso non sicuro, e alcolismo
• la denutrizione (con peso scarso) è la causa di uno su cinque decessi dei bambini sotto i cinque anni di età, mettendo in evidenza l’importanza della malnutrizione infantile come fattore di rischio
• il sesso non sicuro ha inciso con un enorme pedaggio sulla salute globale, contribuendo al 82% delle morti da HIV/AIDS e il 94% dei decessi tra HIV / AIDS  tra i 15 e i 19 anni di età nel 2013.
L’impatto maggiore è nel Sudafrica rispetto a qualsiasi altro Paese; il 38% dei decessi sudafricani sono stati attribuiti al sesso non sicuro. Tuttavia, il carico globale del sesso non protetto è cresciuto dal 1990 e ha raggiunto il picco nel 2005.
Infine, ma non per ultimo, lo studio ha, per la prima volta, incluso diversi fattori di rischio  che riguardano il deperimento organico (peso ridotto rispetto all’altezza), arresto della crescita (bassa altezza per età di una persona), rapporti sessuali non protetti, l’HIV, totale mancanza del lavaggio delle mani con il sapone, la violenza del partner.

“C’è un grande potenziale per migliorare la salute, evitando alcuni rischi come il fumo e la cattiva alimentazione, nonché cercare di affrontare i rischi ambientali come l’inquinamento dell’aria”, ha detto il dottor Christopher Murray direttore dell’IHME.

“La sfida per i responsabili politici sarà quella di utilizzare i dati che ora conosciamo per guidare le politiche sanitarie e gli sforzi per la prevenzione .”

Per ciò che riguarda in particolare l’Australia, il Professor Alan Lopez dell’Università di Melbourne , ha detto che molti di questi fattori di rischio per le morti degli australiani sono prevenibili con i cambiamenti dello stile di vita.

“Mentre il nostro studio dimostra che le politiche per la salute pubblica in Australia, sono state efficaci nel ridurre l’impatto sulla salute del colesterolo alto e della scarsa assunzione di frutta e verdura nella nostra dieta, i progressi diretti contro alcuni grandi rischi evitabili sono stati meno impressionanti”, ha detto il professor Lopez.

“Il fumo, l’elevata pressione sanguigna e l’obesità sono ancora prevalenti tra gli australiani adulti e continuano a rimanere un’importante causa del carico socio-sanitario delle malattie. Possiamo, e dobbiamo essere più coscienziosi, nel ridurre tali fattori di rischio fra tutti gli australiani, non solo quelli considerati ad alto rischio.”

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