Cistite: le 5 regole da seguire per combatterla

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Ci sono cinque regole da seguire per combattere la cistite: bere almeno due litri di acqua al giorno, evitare l’uso di detergenti vaginali aggressivi, non usare (quando possibile) gli antibiotici, prevenire le recidive con lo zucchero D-mannosio ad alte dosi e aver cura del microbiota integrandolo con fibre e fermenti lattici.

Una donna su due, almeno una volta nella vita, è colpita dalla malattia. Per sensibilizzare i pazienti sulla corretta lotta alla malattia nasce il progetto “Cistite, una gestione agile” realizzato con il coinvolgimento di medici, specialisti e farmacisti dal gruppo di urologi “Agile”, l’Italian group for advanced laparo-endoscopic and robotic urologic surgery e da Federfarma Servizi.

“Bruciore, dolore, stimolo frequente ad urinare sono i principali sintomi di questa infezione della vescica – ricorda Luca Cindolo, responsabile dell’Urologia della Clinica Villa Stuart di Roma – Talvolta può esserci presenza di sangue nelle urine o un senso di peso perineale”. E’ Cindolo, coordinatore della campagna, a sottolineare una donna su quattro alle prese con un episodio di cistite, ne sviluppa un altro entro i sei mesi successivi e che una su cinque evolve verso una forma cronica ricorrente con più di tre episodi l’anno.

L’antibiotico-resistenza è un problema di salute pubblica. In Italia, nelle cure ospedaliere acute, dal 20% al 50% degli antibiotici prescritti sono non necessari o inappropriati. Secondo i dati dell’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, contro l’Escherichia coli l’inefficacia è arrivata al 64,5% per le aminopenicilline, al 41% per i fluorochinoloni e al 28,7% per le cefalosporine di terza generazione.

Proprio l’Escherichia coli, è il principale responsabile della cistite. Per intervenire risparmiando ove possibile il ricorso agli antibiotici, spiega Filippo Annino, presidente del gruppo Agile, ci sono “diverse sostanze naturali che posso essere d’aiuto come il mirtillo rosso e molte altre”. Tra queste “in modo particolare”, c’è  lo zucchero D-mannosio, un monosaccaride a basso peso molecolare. “Gli ultimi studi ci dicono che la sua somministrazione di D-mannosio a dosaggi elevati può essere un buon modo per affrontare il problema”, prosegue Annino.

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