Curare l’obesità: svelato un nuovo meccanismo molecolare

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shutterstock_131375909E’ stato identificato un meccanismo per bloccare il segnale col quale la pompa cellulare sodio-potassio (una pompa che quando viene attivata è in grado di trasportare molecole da un lato all’altro della membrana esterna delle cellule) amplifica la produzione di specie molecolari ossidanti (aumenta lo stress ossidativo) che sono implicate nell’obesità e nella conseguente sindrome metabolica (iperglicemia, insulino-resistenza, ipertensione, alterazione del profilo lipidico nel sangue).

Alcuni ricercatori statunitensi della Marshall University Joan C. Edwards School of Medicine (SOM) e dell’Istituto universitario Marshall per la ricerca interdisciplinare (MIIR) hanno identificato un meccanismo per bloccare il segnale con cui la pompa sodio-potassio amplifica la produzione di molecole ossidanti (specie reattive dell’ossigeno alias radicali liberi dell’ossigeno). La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Science Advances.

Lo stress ossidativo è noto per svolgere un ruolo nella generazione e nel mantenimento di un fenotipo (l’insieme di tutte le caratteristiche osservabili di un organismo vivente, la sua morfologia, il suo sviluppo, le sue proprietà biochimiche e fisiologiche comprensive del comportamento) dell’obesità, sia in colture cellulari di adipociti isolati (cellule del tessuto adiposo), sia in animali intatti.

I ricercatori hanno, in pratica, prima identificato un enzima (pompa sodio-potassio ATP asi – Na / K-ATPasi) che quando è attivato può amplificare i segnali antiossidanti, e poi hanno ipotizzato che un peptide (proteina complessa) progettato per inibire (bloccare) questo percorso (pNaKtide), potesse migliorare uno dei fenotipi dell’obesità. Per verificare questa ipotesi, hanno dapprima utilizzato delle colture cellulari di preadipociti (adipociti in fase di maturazione) provenienti da topi di laboratorio e hanno scoperto che il peptide pNaKtide, aggiunto alle colture cellulari,  attenuava lo stress ossidativo e l’accumulo di lipidi in modo dose-dipendente.

In seguito gli stessi esperimenti sono stati eseguiti in vivo su topi nutriti con una dieta ricca di grassi, che hanno confermato le osservazioni in vitro. Ovvero, la somministrazione di pNaKtide in questi topi ha determinato una riduzione del peso corporeo, restaurando l’ambiente antiossidante e, soprattutto, ha migliorato la sensibilità all’insulina.

Pertanto, alla luce di questi risultati, gli autori ritengono che l’inibizione della amplificazione della
Na / K-ATPasi  e quindi anche dello stress ossidativo potrebbe, in definitiva, essere un nuovo modo per combattere l’obesità, l’insulino-resistenza e la conseguente sindrome metabolica, quando i loro risultati saranno confermati anche nell’uomo.

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