Dai pediatri le regole per il sonno dei bambini

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Come ben sanno tutti genitori, far dormire i bambini può essere davvero difficile. Ma il sonno è un bisogno vitale e serve a mantenere il corretto sviluppo cognitivo. Per questo i medici dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno dedicato il nuovo numero di ‘A scuola di salute’ al tema del sonno, considerando che il problema dell’insonnia colpisce tra il 10 e il 30% dei bambini.

Il primo consiglio dei pediatri è una regola: definire orari e metodi certi nel tempo. Soprattutto nei neonati, la regolarità del sonno esprime la capacità di adattarsi alla routine di addormentamento proposta dai genitori nei primi mesi.

L’avvertimento ai genitori: è sempre bene far addormentare il bambino nella sua stanza ed evitare di prenderlo in braccio per spostarlo dal lettone alla culla. Inoltre, l’ambiente in cui dorme il piccolo – spiegano i pediatri – deve essere il più silenzioso e il meno illuminato possibile.

Se il bambino non vuole dormire da solo, ci si può avvicinare al suo letto e leggergli una favola per esorcizzare le paure. Se il sonno non arriva allora sarà necessario allontanarsi, rimanere comunque nelle sue vicinanze e rassicurarlo dicendogli che non si andrà via finché non si addormenterà.

Una concessione può aiutare. Il ricorso a un orsacchiotto oppure alla coperta preferita, può dare una mano alla mamma esausta. Se il bambino chiama in piena notte senza un motivo reale, bisogna rassicurarlo a distanza senza  precipitarsi da lui. Accorrendo subito non si farebbe altro che confermargli le sue paure nello stare da solo.

Ma quali sono i motivi che tolgono letteralmente il sonno ai bambini in età prescolare? I disturbi più frequenti sono dovuti alle difficoltà di inizio e mantenimento del sonno. Poi i risvegli multipli notturni, spiegano gli esperti del Bambino Gesù. Certamente anche i “terrori notturni” e gli incubi, che fanno parte del normale sviluppo cognitivo dei piccoli.

Mentre in età scolare e nell’adolescenza ha un peso anche il sonnambulismo. Da non sottovalutare il russamento e le apnee ostruttive, che riguardano un bambino su 10, e sono il sintomo più lieve e frequente tra i disturbi respiratori del sonno. E’ causato soprattutto dall’ingrossamento di tonsille e adenoidi, ma anche da obesità, malformazioni cranio-facciali e malattie neuromuscolari.

Ma quando si devono preoccupare i genitori e prenotare una visita più approfondita? Quando insieme al russamento, rispondono i pediatri,  c’è una respirazione difficoltosa, la presenza di pause di apnea (arresto della respirazione), la tendenza a sudare in modo eccessivo al momento dell’addormentamento. E anche quando i bambini hanno un sonno agitato con frequenti risvegli o bagnano il letto, dopo aver acquisito la continenza urinaria da almeno 6 mesi.

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