Inquinamento record: attenzione alle conseguenze sui bambini

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shutterstock_181674743Occorre una maggiore informazione per la prevenzione delle conseguenze dell’inquinamento ambientale, specialmente sui bambini. Infatti, anche se le polveri sottili stanno tornando sotto i limiti, nei polmoni dei più piccoli, specie di quelli malati cronici, si continueranno ad avere i postumi delle ultime settimane di inquinamento record.

Lo afferma Graziella Sapia, responsabile ambiente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), che dal prossimo marzo organizzerà dei corsi per i medici proprio sulle interazioni fra ambiente e salute dei più piccoli. “L’organismo del bambino è quello più facilmente colpito da questo tipo di situazione – spiega l’esperta –  e, indubbiamente, l’aumento delle polveri è un elemento basilare perché si riacutizzino patologie croniche. Dopo un periodo come quello che abbiamo visto, uno strascico c’è sempre, chi ha patologie croniche potrebbe avere ancora qualche sintomo, ma anche i sani, indeboliti dall’esposizione, potrebbero sviluppare qualche problema”.

Nelle grandi città, spiega Teresa Rongai, segretario provinciale Fimp Roma, c’è stato un aumento delle infezioni delle alte vie respiratorie, oltre che delle crisi dei bambini con malattie croniche come l’asma. “Alle polveri si è aggiunto anche il caldo inusuale, che favorisce le infezioni respiratorie con lo sviluppo di tosse, soprattutto notturna, anche per i bambini più piccoli – afferma l’esperta – Questo mix ha determinato un aumento almeno del 10% delle visite per questo tipo di patologie”.

L’unica arma contro gli effetti dello smog, aggiunge Sapia, è la prevenzione. “Bisogna informare i genitori per prevenire esposizioni eccessive, quando ci si trova in queste condizioni bisogna evitare di portare i bambini fuori. Il pediatra di famiglia ha anche questo ruolo e la Fimp sta organizzando delle scuole sull’ambiente, che inizieranno a marzo, in cui i medici potranno acquisire tutte le competenze per quanto riguarda i problemi derivanti dall’esposizione agli inquinanti, dalle polveri all’amianto”.

Per la prevenzione, sottolinea Rongai, servirebbe anche più informazione. “Una cosa che andrebbe migliorata è che il pediatra non ha nessuna informazione su eventuali picchi di inquinamento, a meno che non la cerchi da solo. Le istituzioni dovrebbero informarci di situazioni potenzialmente pericolose, così da poter allertare le famiglie”.

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