Sip: la nuova piramide alimentare transculturale

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timthumb (21)Non solo pasta e riso, anche sorgo, miglio e quinoa. Germogli di bamboo e foglie di cassava accanto a pomodori e melanzane. E per frutta mele, arance, ciliegie, ma anche litchis e papaya. Per favorire l’integrazione dei più piccoli anche nel piatto nell’anno dell’Expo la Società Italiana di Pediatria (Sip) ha preparato la “piramide alimentare transculturale”, dedicata al milione di bambini stranieri che vivono ormai stabilmente nel nostro paese.

“Dobbiamo occuparci in modo attivo soprattutto dei bambini, la categoria più’ fragile – afferma il presidente Sip Giovanni Corsello – perché più degli adulti sentono il peso dello sradicamento dal territorio. Vogliamo fare in modo che possano ritrovare i loro gusti e i loro sapori in un contesto di equilibrio nutrizionale. Se vogliamo una società aperta ai bambini di tutte le etnie, dobbiamo rispettarne le tradizioni e i costumi di provenienza”.

La piramide, dedicata ai pediatri di famiglia ma anche a scuole e comunità, tiene conto dei cibi e delle usanze dei paesi di provenienza, ma allo stesso tempo garantisce un corretto apporto di nutrienti. Al congresso Sip di Roma (4-6 giugno 2015) la nuova piramide è stata servita insieme a una serie di consigli nutrizionali validi per tutti i bambini, migranti e non. “I principi della piramide alimentare transculturale per l’età pediatrica sono quelli della dieta mediterranea, integrata  da cibi multietnici – spiega Elvira Verduci, consigliere nazionale Sip – elevata assunzione di verdura, legumi, frutta, noci e cerali integrali; consumo di pesce medio alto; elevata assunzione di acidi grassi insaturi (olio di oliva); basso intake di acidi saturi grassi e di prodotti caseari; ridotta assunzione di carne, soprattutto rossa, apporto moderato di sale e attività’ fisica quotidiana”.

L’alimentazione dei bambini deve essere sana, completa ma sopratutto varia. Così Pietro Migliaccio, presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione, ha commentato la decisione di un giudice che, in una causa di divorzio tra una madre che ha scelto la dieta macrobiotica e un padre che mangia invece carne, ha stabilito che al figlio 12/enne la madre deve mettere in tavola “la carne almeno una volta durante la settimana”.

“Da quando i magistrati si sono presi la specializzazione in alimentazione? – si domanda il nutrizionista – Un ragazzo in fase adolescenziale deve mangiare 1,2 grammi di proteine per chilo peso ogni giorno, e quando parliamo di proteine intendiamo carne, pesce ma anche formaggio e uova. Noi medici suggeriamo sempre di mangiare in percentuale maggiore le proteine di origine vegetale, cioe’ legumi e il 20% restante quelle animali.

Seguire poi una dieta nutriente basata su una varietà di alimenti principalmente vegetariani, piuttosto che animali”. In generale per garantire una stile di vita sana come raccomanda anche l’OMS bisogna mangiare molta frutta e verdura, ridurre il grasso, lo zucchero e il sale: “Non bisogna forzare nessuno nè un ragazzo nè un adulto a mangiare alimenti che non piacciono. Io consiglio spesso alla mamme di nascondere le verdure negli alimenti, per esempio nelle polpette che piacciono sempre, oppure di sostituirle con la frutta. Mangiare varietà di frutta e verdura, preferibilmente fresca e locale, più volte al giorno, almeno 400 grammi al giorno”.

Lo stesso vale anche per i vegani o i macrobiotici io se mi trovo con un paziente che ha scelto di essere vegano o altro, darò una dieta che rispetta i suoi gusti alimentari – conclude Migliaccio – ma certo sarà equilibrata nell’apporto di proteine e carboidrati come quella di tutti e che rispetti in pieno i dettami della Dieta Mediterranea”.

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