Le misure per prevenire i disordini alimentari

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shutterstock_72542824Le donne che hanno un corpo a “forma di mela”, cioè con un maggior accumulo di grasso a livello del tronco e dell’addome, sembrano essere maggiormente esposte al rischio di sviluppare disordini alimentari. Prendendo le “misure giuste”, però, questi disordini si possono prevenire. Questo è quanto si evidenzia dai dati preliminari di un nuovo studio della Drexel University pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition.

I ricercatori hanno dapprima osservato i dati relativi alle misure del peso, dell’altezza e dei depositi di grasso, di quasi 300 giovani donne, tra quelle iscritte allo stesso college, che avevano riportato queste informazioni rispondendo a un questionario. In seguito, i ricercatori, seguendo nel tempo tutte queste informazioni,  hanno pensato che queste misure potessero essere un segno biologico precoce della presenza di un disordine alimentare. Ebbene, gli studiosi hanno di fatto poi riscontrato che le donne con maggiori depositi di grasso nella zona del tronco erano anche meno soddisfatte del loro corpo e così andavano incontro a frequenti episodi di alimentazione eccessiva, come avviene nei disordini alimentari. Le loro ipotesi dunque erano corrette, così hanno pubblicato i loro dati preliminari,  affermando che questo è il primo studio ad indagare le connessioni tra la distribuzione del grasso, i disturbi con alterazione della percezione della propria immagine corporea e lo sviluppo di disturbi alimentari.

“I disturbi alimentari che vengono diagnosticati precocemente hanno maggiori probabilità di essere curati con successo”, ha detto l’autore Laura Berner. “I nostri risultati preliminari mostrano che la distribuzione centralizzata del grasso corporeo, può essere un importante fattore di rischio per lo sviluppo di disordini alimentari, in particolare per quelli con la perdita di controllo per il cibo”, ha aggiunto Berner. “Questo suggerisce che mirando alle persone che hanno una maggiore quantità di grasso accumulato nel tronco e adattando gli interventi psicologici su queste persone, in modo che siano concentrati in particolare sulla distribuzione del grasso corporeo, potrebbe essere utile per prevenire i disordini alimentari”.

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