Mal di montagna: i consigli per non soffrirne

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(Reuters Health) – Mal di testa, stanchezza e nausea: sono questi i sintomi più frequenti che le persone avvertono quando passano rapidamente da livelli a bassa quota a quelli ad alta quota. Il mal di montagna acuto colpisce più di una persona su quattro che viaggia a piedi oltre i 3500 metri di quota e più della metà di quelli che si spingono oltre i seimila. In particolare, secondo i ricercatori, mal di testa, stanchezza, perdita di appetito, vomito e disturbi del sonno possono colpire dalle sei alle 12 ore dopo la salita e questi segnali potrebbero essere associati proprio al mal di montagna. In meno dell’1% dei casi, questi sintomi possono peggiorare e trasformarsi in edema cerebrale ad alta quota. Il mal di montagna acuto è facile da diagnosticare negli adulti sani, ma può essere difficile da individuare nei bambini o in coloro che hanno già problemi di salute. Mentre per quel che riguarda la terapia, un po’ di riposo, un’adeguata idratazione ed eventualmente farmaci contro il dolore possono bastare. Alcuni pazienti, però, potrebbero aver bisogno di una supplementazione di ossigeno. E se i sintomi persistono, le persone dovrebbero tornare a un’altitudine inferiore.

La prevenzione
Secondo gli esperti, una salita graduale di 400 metri al giorno potrebbe aiutare a prevenire il mal di montagna acuto. Ma i viaggiatori possono anche provare la pre-acclimatazione o un’esposizione regolare all’altitudine, così come devono idratarsi con acqua ed evitare alcoolici. Infine, coloro che sono già stati colpiti da questi problemi dovrebbero prestare una particolare attenzione, mentre i pazienti con malattie cardiache, polmonari, anemia e apnea ostruttiva del sonno dovrebbero confrontarsi con i loro medici prima di spostarsi in alta quota. “Con l’inverno e le festività natalizie alle porte, è bene ricordare queste cose ai viaggiatori”, ha spiegato Jill Jin, della Northwestern University di Evanston, in Illinois. “È importante ricordare segni, sintomi e cure”. Secondo Chris Davis, dell’Università del Colorado di Denver, “gli alpinisti conoscono i trucchi e le astuzie per una salita graduale ad alta quota, ma alcuni turisti volano dal livello del mare verso una città e poi si dirigono immediatamente alle montagne. Basterebbe magari anche fermarsi a dormire una notte e spezzare il viaggio per ridurre il rischio”.

Fonte: JAMA

Carolyn Crist

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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