Merendine senza conservanti. 9 su 10 non lo sanno

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Sono 9 italiani su 10 a non sapere che la quasi totalità delle merendine non contiene conservanti, mentre i coloranti sono completamente assenti. Eppure, ancora oggi, l’84% dei consumatori non è a conoscenza che da diversi anni gli acidi grassi trans sono stati tolti dalle grandi aziende dolciarie italiane, mentre il 56% ignora che vengono realizzate anche con il lievito madre. E’ quanto emerge da una ricerca Doxa-Unione Italiana Food per sfatare false credenze sulle merendine, consumate da 33 milioni di italiani.

“Salvo rarissime referenze farcite con crema pasticcera nelle merendine italiane non c’è necessità di conservanti perché il modo in cui sono fatte, con la cottura finale, è sufficiente a garantirne una lunga conservazione”, spiega l’esperto di nutrizione, Giorgio Donegani, secondo il quale il segreto è il confezionamento. “Come quando si fa una torta in casa se la si lascia lì non va a male, ma si deteriora dal punto di vista della sofficità e della gradevolezza per il contatto con l’aria che la disidrata e la ossida.

Sull’importanza della merendina dal punto di vista nutrizionale e pedagogico scende in campo la pedagogista dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Maria Rita Spreghini, consigliando di farla tutti i giorni, variando i vari alimenti e moderando le porzioni in modo da non arrivare troppo sazi al pranzo e alla cena. “La merenda – spiega la nutrizionista – varia in base all’età dei bambini e deve avere un adeguato apporto di carboidrati, grassi, proteine, acqua, sali minerali, vitamine e soprattutto fibra, senza contenere un eccessivo apporto di sale. Deve rappresentare un pasto piccolo, moderato e variato durante l’arco della settimana, da vivere come una pausa di benessere dallo studio e dallo sport”.

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