Prematuri: benefici neurosviluppo con terapia precoce a base di caffeina

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(Reuters Health) – I bimbi nati prima della 29° settimana di gestazione ai quali viene somministrata una terapia a base di caffeina nei primi due giorni di vita, presentano minori probabilità di avere una significativa compromissione dal punto di vista neuroevolutivo all’età di 18-24 mesi rispetto a quelli sottoposti più tardi a una terapia di questo tipo.

“L’uso di caffeina nei bambini prematuri con un’età gestazionale inferiore alle 29 settimane dovrebbe rappresentare uno standard di cura per ottenere esiti migliori a più breve e lungo termine”, dice Abhay Lodha dell’Università di Calgary, autrice principale dello studio.

Lo studio
Il team guidato da Lodha ha analizzato i dati relativi a 2.108 bimbi nati prima della 29° settimana di gestazione tra il 2009 e il 2011, ricoverati presso le unità del Canadian Neonatal Network e valutati presso centri del Canadian Neonatal Follow-up Network. 1.545 soggetti hanno ricevuto una terapia precoce a base di caffeina (entro i due giorni dalla nascita), mentre in 563 casi la terapia è stata iniziata più tardi (dopo i due giorni di vita).

I tassi di displasia broncopolmonare, dotto arterioso pervio e gravi lesioni neurologiche erano inferiori nel gruppo che aveva ricevuto subito la terapia con caffeina.

Questo gruppo presentava anche una probabilità significativamente inferiore di compromissione neuroevolutiva significativa, outcome primario dello studio (odds ratio aggiustato, 0,68), e punteggi cognitivi suBayley Scales of Infant and Toddler Development, Third Edition inferiori a 85 (OR aggiustato, 0,67).

Le analisi a coppie basate sul propensity score hanno mostrato minori probabilità solo di paralisi cerebrale e problemi all’udito.
“Non è chiaro come una terapia precoce con caffeina possa condurre a esiti migliori. Tuttavia, ciò potrebbe essere attribuibile a una maggiore crescita di spine dendritiche nei neuroni avviata dall’uso particolarmente prolungato di caffeina nel gruppo della terapia precoce”, ipotizzano gli autori nel loro lavoro. “L’altra ipotesi è che la caffeina migliori la gittata cardiaca e la pressione nei bambini relativamente stabili”.

Anche le azioni protettive note della caffeina potrebbero rivestire un ruolo. “La caffeina è un inibitore non selettivo dei recettori A2A e A1 per l’adenosina nel cervello ed è stato dimostrato che si tratta di un antinfiammatorio neuroprotettivo contro le lesioni della sostanza bianca periventricolare e gli insulti ipossici che bloccano l’azione dell’adenosina nei bambini prematuri”, concludono gli autori.

Fonte: Pediatrics 2018
Megan Brooks
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Nutri & Previeni)

 

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