Rosacea: conoscere la malattia per poterla curare

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È considerata la Cenerentola della malattie della pelle. La Rosacea – soprannominata “sindrome di Rembrandt” dal celebre pittore olandese che ne soffriva come personaggi famosi dei giorni nostri, da Bill Clinton al principe Carlo d’Inghilterra a Cameron Diaz, Renée Zellweger fino a Cynthia Nixon protagonista di “Sex & The City” – nonostante impatti significativamente sulla qualità di vita delle persone colpite è spesso non riconosciuta e sottovalutata.

A puntare i riflettori su questa malattia infiammatoria e cronica della pelle che in Italia affligge oltre 3 milioni di persone, tra il 7-8% della popolazione adulta, sono i dermatologi della SIDeMaST, la Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse in occasione del loro 94esimo Congresso nazionale, quest’anno in versione fino a 6 novembre.

Nella fase iniziale è infatti confusa con la couperose e il semplice rossore che compare ai primi stadi della malattia viene quindi ignorato e minimizzato; ma quando si manifesta in maniera conclamata con la comparsa di papule, pustole e ispessimento della pelle, acquisisce tutte le caratteristiche di una vera e propria patologia, condizionando le persone a livello emotivo, sociale e lavorativo.

Sul banco degli imputati potrebbero esserci il patrimonio genetico e gli stili di vita; in realtà le cause della Rosacea sono ancora poco chiare e l’unico segno distintivo alla base di questa patologia è l’infiammazione. Una cosa è certa: esistono diverse armi in grado di migliorare la condizione clinica dei pazienti. L’imperativo è però diagnosticare e trattare la malattia prima possibile per evitare che dal sottotipo più lieve si passa a quello più grave.

La malattia coinvolge soprattutto naso, guance e palpebre. Come l’acne, può avere varie manifestazioni: si va dal semplice “flushing” temporaneo della parte centrale del viso a forme più persistenti. “L’eritema centro facciale – spiega il Professor Giuseppe Monfrecola, Università di Federico II di Napoli – interessa il naso, la parte alta degli zigomi, talvolta c’è una compartecipazione delle palpebre, con un arrossamento persistente e venuzze che si dilatano a causa del sole, del caldo e anche delle alterazioni degli stati emotivi. Cibi piccanti e alcol possono influire. E se le terapie non risolvono definitivamente il problema, trattamenti con farmaci e dermocosmetici funzionali possono attenuarne le manifestazioni”. Alla base dell’infiammazione, aggiunge il Professor Monfrecola “c’è sempre un malfunzionamento del sistema immunitario e di un piccolo microrganismo il demodex follicolorum che nei soggetti con rosacea esiste in quantità superiori a quelle riscontrate negli individui con pelle sana”.

Rimedi da applicare e terapie da seguire? Ci sono prodotti che permettono di “mascherare” il “flushing” temporaneo, ossia il rossore che può comparire all’improvviso. Quindi un camouflage, chiaramente non curativo, che però può togliere dall’imbarazzo chi è colpito consentendogli di relazionarsi agli altri con maggiore tranquillità. Si può inoltre ricorrere a Laser vascolari con particolari lunghezze d’onda che diminuiscono la dilatazione delle venuzze in prossimità del naso.

A questi si aggiungono terapie farmacologiche: “Nel nostro armamentario terapeutico abbiamo farmaci antinfiammatori topici a base di ivermectina – prosegue Monfrecola – e dermocosmetici funzionali che bloccano i recettori Trpv sensibili agli stimoli termici e che fanno da coadiuvanti rispetto all’azione dei farmaci. Si possono usare anche antibiotici del gruppo delle cicline come la doxiciclina della quale non sfruttiamo il potere antibiotico, ma solo quello antinfiammatorio. Basta dosare diversamente il principio attivo: invece di 100 mg se ne utilizzano 40 a rilascio controllato. L’importante è usare i dermocosmetici al mattino, assumendo la sera la terapia farmacologica che va assunta in maniera costante. Perché questa, lo ricordo è una malattia cronica”.

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