“Sempreverdi” i nove falsi miti della scienza

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shutterstock_283710203 (1)Nonostante l’incessante progresso della ricerca scientifica, alcuni pregiudizi popolari continuano ad esistere e a circolare come se fossero assolutamente veri, ma in realtà si tratta di falsi miti. La loro falsità è stata ben dimostrata da diverse sperimentazioni, ma per molti restano verità inattaccabili e ben radicate.

Sarebbero nove, secondo la classifica stilata dalla rivista Nature, quelli più ‘duri a morire’ anche perché, come hanno dimostrato alcuni esperimenti psicologici, più si tenta di sfatarli e dimostrarne la non veridicità, e più resistono e si radicano, diventando ancora più forti. Una volta che il ‘mito’, o pregiudizio, si è creato, è destinato a ‘vivere’ per sempre, con tutte le conseguenze che ne derivano per medici e ricercatori, impegnati in una lotta impari per spiegarne l’insussistenza o non veridicità ai pazienti.

A guidare la classifica delle ‘bestie nere’ della scienza c’è la convinzione che sottoporsi a screening regolari e ricevere una diagnosi precoce, siano le condizioni inequivocabili per salvarsi sempre dai tumori, anche se più ricerche hanno dimostrato che per alcune forme di cancro, come quello alla tiroide, alla prostata e al seno, la diagnosi precoce non è sempre salvavita.

Segue poi un vero ‘mostro sacro’, cioè la teoria formulata nel 1945 secondo cui i radicali liberi sono responsabili dell’invecchiamento, mentre gli antiossidanti, che li neutralizzano, sono buoni per la salute. Già dagli anni 2000 i ricercatori hanno dimostrato, sui topi, che quelli che producono più antiossidanti non vivono più a lungo degli altri, ma il mercato di questi prodotti gode di ottima salute.

Falso anche il mito secondo cui gli uomini hanno un cervello molto più grande rispetto a quello degli altri animali: è sette volte più grande di quello degli animali della sua taglia, ma anche per topi, delfini e alcuni uccelli vale la stessa proporzione.

Così come è falso credere che si impari meglio seguendo la strategia di apprendimento preferita e che la crescita a dismisura della popolazione mondiale porterà carestie e povertà.

Infine, ma non per ultimi, tra i pregiudizi più duri a morire vi è la certezza che l’omeopatia funzioni come una panacea per tutti i mali, quando diverse sperimentazioni hanno dimostrato il contrario e che i vaccini possano causare l’autismo. Una teoria nata sulla scorta di uno studio poi smentito, perché i dati erano stati contraffatti.

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