Smart working: lavorare in pigiama peggiora la salute mentale

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Non c’è lavoratore in smart working in tempo di pandemia che non si sia ritrovato almeno una volta a lavorare in pigiama. Questo capo comodo, in genere utilizzato per la notte, è diventato un must delle giornate trascorse tra lockdown e telelavoro, insieme alle tute. Indossarlo però, se da un lato non incide sulla produttività, dall’altro può portare a un peggioramento della salute mentale. Lo rileva una ricerca australiana, del Woolcock Institute of Medical Research, pubblicata sul Medical Journal of Australia, in una sezione dedicata al Natale denominata Christmas competition.

La ricerca ha analizzato 163 persone, tra studiosi, staff e studenti di cinque istituti di ricerca medica a Sydney, dal 30 aprile al 18 maggio 2020. Solo il 3% ha ‘confessato’ di indossare il pigiama mentre lavorava da casa in una giornata tipo ed è emerso che se in genere la produttivita’  non risultava diminuita, anzi in alcuni casi  col telelavoro aumentata per quanto riguarda la stesura di manoscritti eccetto che per coloro che avevano bimbi piccoli, non si poteva dire lo stesso per la salute mentale.

È emerso che molti più partecipanti che indossavano il pigiama durante il giorno almeno una giornata alla settimana hanno riferito che la loro salute mentale era peggiorata col lavoro da casa. “Sebbene non sia possibile determinare se indossare il pigiama sia la causa o la conseguenza del deterioramento della salute mentale – scrivono gli studiosi – incoraggiare a indossare abiti da giorno normali può ridurre la gravità di sintomi depressivi. Il semplice consiglio di cambiarsi prima di iniziare il lavoro al mattino – è la conclusione –  potrebbe proteggere parzialmente dagli effetti delle restrizioni Covid-19 sulla salute mentale”.

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