Smascherato il paradosso obesità

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shutterstock_51162658Differenti studi hanno evidenziato che l’obesità è associata con una migliore sopravvivenza (riduzione della mortalità) nelle persone con malattie cardiovascolari. Ma quest’associazione, abbastanza paradossale considerando tutte le possibili conseguenze dell’eccesso di peso con l’accumulo di grasso corporeo, scompare  se si aggiungono altri fattori di rischio cardiovascolare, come per esempio l’abitudine al fumo. Questo, in sostanza, è il risultato di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Obesity.

Sebbene i meccanismi che sottendono il cosiddetto “obesity paradox” (paradosso obesità) non siano ancora del tutto chiariti, due studiosi americani Samuel Preston dell’università della Pennsylvania e Andrew Stokes dell’ateneo di Boston, si sono “presi la briga” di indagare se il “paradosso obesità” potesse essere spiegato dalla presenza di fattori indipendenti dal peso in sé che potevano aver alterato i risultati degli studi precedenti.

Utilizzando i dati  dello studio nazionale di sorveglianza National Health and Nutrition Examination Survey, 1988-2010, e confrontandoli coi dati relativi alla mortalità  nel 2011 e minimizzando gli errori che potevano venire da malattie che comportavano una perdita di peso, Preston e Stokes hanno usato come categoria di riferimento le persone, di età ≥ a 35 anni che avevano sempre mantenuto un peso normale. Hanno così ottenuto gruppi standardizzati per età, confrontando i soggetti definiti sovrappeso/obesi (BMI ≥25.0 kg m−2) con i soggetti di peso normale (BMI 18.5-24.9 kg m−2).

Ebbene, l’effetto paradosso era presente tra quelli con sovrappeso/obesità, al momento della estrapolazione dei dati, tuttavia, quando la categoria di riferimento era limitata alle persone che avevano sempre mantenuto un peso normale, il paradosso è scomparso. E non è tutto!

Quando poi l’analisi dei dati è stata ulteriormente limitata ai soggetti che non avevano mai fumato, i rischi di mortalità erano significativamente più elevati proprio nel gruppo dei soggetti in sovrappeso/obesità, invertendo l’associazione paradossale.

Questi risultati, dunque, supportano l’ipotesi che una diminuzione del rischio di mortalità tra le persone con malattie cardiovascolari che presentano sovrappeso/obesità, come era stato evidenziato in studi precedenti, possa essere dovuta ad almeno due fattori confondenti e indipendenti: la inversione di causalità  e il fumo.

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