Spreco alimentare: italiani più consapevoli e meno “spreconi”

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Meno spreco alimentare e famiglie più consapevoli e sensibili verso questo tema. E’ questa la fotografia di una Italia più attenta al cibo scattata dall’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg in occasione della 7/a Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare promossa dalla campagna Spreco Zero con il patrocinio dei ministeri dell’Ambiente, della Salute e degli Affari Esteri.

Per la prima volta negli ultimi dieci anni infatti lo spreco alimentare domestico è in calo: dopo gli aumenti dal 5 al 10% degli anni precedenti, l’inizio del 2020 ci regala una riduzione del 25% rispetto allo scorso anno con un “risparmio” di 1,5 miliardi di euro e un costo settimanale medio a famiglia di 4,91 euro (circa 6,5 miliardi euro totali). Una tendenza che si è invertita ma che ancora non basta, soprattutto guardando all’Agenda 2030 che pone l’obiettivo di dimezzare gli sprechi: infatti ogni anno nella spazzatura di casa si buttano oltre 2,2 milioni di tonnellate di cibo, 36,54 chilogrammi a testa e un valore di quasi 12 miliardi di euro che sommati ai 3 miliardi 293 milioni di spreco della filiera ci portano ad oltre 15 miliardi di euro.

I dati
Inoltre, secondo “l’indagine Waste Watcher condotta online a fine gennaio su un campione di 1200 cittadini, crescono l’attenzione per i costi ambientali ed economici legati allo spreco del cibo sulla scia del Green New Deal e la consapevolezza del binomio cibo e salute: per 7 italiani su 10 (il 66%) c’è una connessione precisa fra spreco alimentare, salute dell’ambiente e dell’uomo“. Si rileva anche che se per 1 italiano su 3 (36%), durante la spesa, l’attenzione agli aspetti di salubrità del cibo è determinante, per un altro 36% non lo è. In questo ambito le alleate dei consumatori si confermano le etichette: il 64% dichiara di consultarle come garanzia di sicurezza. Dunque “l’asticella dell’attenzione per la questione spreco si è decisamente alzata”: per 7 su 10 (68%) l’ultimo decennio è stato decisivo in termini di consapevolezza, mentre per il 24% l’attenzione è rimasta inalterata.

Per quanto riguarda la nuova consapevolezza “antispreco”, secondo Waste Watcher, per quasi 6 su 10 (57%) “ha inciso” la sensibilizzazione prodotta negli ultimi anni proprio grazie alla diffusione di dati. E se in testa alla ‘hit’ degli alimenti più sprecati per il 32% degli italiani resta il cibo fresco (frutta, verdura, latte, formaggi), da Fedagripesca-Confcooperative arriva un dato confortante: il pesce fresco risulta il prodotto meno sprecato dagli italiani; per il costo e le abitudini di acquisto a ridosso della scadenza per 4 consumatori su 5 difficilmente finisce in pattumiera.

Lo spreco di cibo coinvolge anche la filiera agroalimentare, per cui l’Italia risulta ancora al 13simo posto in Europa come ricorda la Cia – Agricoltori Italian. Fuori dalle mura domestiche, tra le misure antispreco adottate c’è la doggy bag: secondo Coldiretti/Ixe’ quasi 4 italiani su 10 (37%) quando escono dal ristorante si portano sempre, spesso o almeno qualche volta a casa gli avanzi. E ancora contro lo spreco di cibo nella filiera alimentare si muove anche la grande distribuzione: nel 2019, con il progetto ‘Buon Fine’ di Coop, sono state recuperate 6.190 tonnellate di cibo, destinate a 948 associazioni di volontariato in tutta Italia. Si tratta di almeno 7.500 pasti per un valore di oltre 30 milioni di euro.

Spreconi o virtuosi? Scoprirlo con un test
Ma quanti noi si può dire certo di essere virtuoso in materia di spreco alimentare? L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) insieme con Federdistribuzione hanno ideato un vero e proprio test con l’obiettivo di portare sotto i riflettori questa problematica e di mettere in moto un circuito virtuoso coinvolgendo un’ampia platea di soggetti, dagli operatori della filiera agroalimentare, alle imprese ed associazioni fino ai singoli consumatori, che con i loro comportamenti possono rappresentare l’ago della bilancia e il motore di iniziative concrete. Rispondendo alle domande, in forma di quiz, è possibile capire quanto siano corrette ed efficaci le proprie abitudini in cucina e nella conservazione degli alimenti per contrastare lo spreco alimentare e valutare così il “livello”, espresso in peso “piuma”, “medio” o “massimo”. Il test è disponibile sui canali sociale di Enea e Federdistribuzione.

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