Depressione: la musicoterapia è la terza “medicina” per curarla

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(Reuters Health) – I trattamenti tradizionali della depressione, come psicoterapia o terapia farmacologica, potrebbero funzionare meglio se fossero accompagnati da musicoterapia. Almeno per alcuni pazienti. Così è secondo un’analisi dei dati inseriti nel database della Cochrane Library, volta ad approfondire l’efficacia di trattamenti alternativi alla depressione. Lo studio Un gruppo di ricercatori ha esaminato i dati relativi a 421 persone che hanno partecipato a nove esperimenti a breve termine, che hanno testato i benefici della sola musicoterapia o i benefici della musicoterapia in abbinamento agli interventi tradizionali. Nel complesso, l’analisi dei dati ha rilevato che i pazienti si sentivano meno depressi quando la musica veniva “aggiunta” al loro regime di trattamento. Anche la musicoterapia sembra aiutare ad alleviare l’ansia e migliorare le funzioni fisiche negli individui depressi, e sembra altrettanto sicura quanto i trattamenti tradizionali. “Ora possiamo essere più fiduciosi sul fatto che la musicoterapia in effetti migliori i sintomi e la vita dei pazienti e che questa evidenza possa essere considerata valida in un’ampia gamma di condizioni, paesi, tipi di pazienti e tipi di musicoterapia”, ha detto l’autore principale dello studio, Christian Gold ,della Uni Research Health a Bergen, in Norvegia. Quale tipo di musicoterapia? La musicoterapia può includere approcci passivi che implicano l’ascolto, o trattamenti attivi che prevedono la riproduzione di uno strumento, il canto o la partecipazione a un’esibizione musicale, o tutti questi apetti combinati insieme. Ciò che distingue la terapia con la musica è il fatto che viene condotta da una persona con una formazione nel counseling, nella psicologia o nel trattamento della depressione. Anche se la musicoterapia è stata a lungo utilizzata in tutto il mondo, fino ad oggi, secondo Gold, dalla ricerca scientifica non sono statii forniti dati evidenti. “L’ultima recensione pubblicata da Cochrane nel 2008 non offriva prove certe dei benefici – dice Gold – Vi è un solo studio pubblicato nel 2011che ha concluso che la musica potrebbe aiutare, ma la ricerca è stata condotta in un solo paese e ha lasciato molte incertezze. Il nostro aggiornamento conferma questa recensione conferma e ne amplia il significato. Pensiamo ancora che siano necessarie ulteriori ricerche; tuttavia, riteniamo che la ricerca sulla musicoterapia per la depressione possa ora passare a step più specifici come il confronto tra diversi tipi di terapia”. Negli studi inclusi nella revisione attuale il follow-up variava da sei a 12 settimane. Lo studio più piccolo contava solo 14 partecipanti, mentre il più grande includeva 79 persone. Il numero totale di sessioni di trattamento variava da otto a 48 e la durata delle sessioni variava da 20 minuti a due ore. Solo uno degli studi dell’analisi ha confrontato la musicoterapia attiva e passiva, e non ha trovato differenze nella gravità della depressione nel breve termine. Fonte: Cochrane Database Syst Rev 2017 Lisa Rapaport (Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)

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