2016: “Anno internazionale dei legumi”

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shutterstock_274789532Il consumo dei legumi, un alimento conosciuto dall’uomo da almeno 10.000 anni, è oggi in calo. Considerando, però, che consumano poche risorse ambientali, fanno bene a tutti e anche alle coltivazioni, sono buoni, sani e nutrienti, finalmente sono arrivati all’attenzione dell’Organizzazione delle nazioni unite (Onu). Per promuoverne il consumo, l’Onu ha dichiarato il 2016 “Anno internazionale dei legumi”. All’agenzia delle Nazioni Unite per l’agroalimentare, la Fao, è stato affidato il compito di organizzare iniziative con i governi, per far conoscere meglio questi umili e preziosi vegetali.

Per legumi si intendono i semi secchi nei baccelli, usati come cibo o mangime: fagioli, piselli, lenticchie, ceci e affini. Non rientrano nella categoria fagioli e piselli freschi, oppure semi coltivati per la produzione dell’olio (come la soia) o per la semina. I legumi sono ricchi di proteine: dal 20 al 25% del loro peso, contro il 10% del grano e il 30-40% della carne. Sono una buona alternativa alle carni e per produrli si consumano meno risorse naturali. Un chilo di lenticchie richiede 50 litri di acqua; un chilo di carne di pollo ne richiede 4.325, uno di manzo 13.000 e le proteine dei legumi costano un quinto di quelle del latte. Questi vegetali hanno pochi grassi, niente colesterolo e niente glutine (quindi vanno bene anche per i celiaci) e sono ricchi di fibre e aminoacidi. Sono fondamentali in una dieta sana, per combattere obesità, diabete, malattie coronariche e tumori. Inoltre contengono sostanze indispensabili per l’organismo come calcio, magnesio, potassio e zinco.

Inoltre i legumi non fanno bene solo agli uomini. Sono ottimi mangimi per gli animali e rendono più fertili i terreni dove vengono coltivati, arricchendoli di azoto. Essendo secchi, possono essere conservati a lungo con pochissima spesa: quindi costano poco e la percentuale di prodotto che si deteriora e va sprecato è bassa. Insomma, i legumi sono un vero tesoro per l’uomo e per l’ambiente. Eppure, secondo i dati Fao, il loro consumo va diminuendo. Negli ultimi dieci anni, la produzione mondiale è salita del 20%, ma il consumo complessivo di legumi è andato lentamente e costantemente calando. Il principale produttore al mondo è l’India, seguita da Canada, Myanmar, Cina e Nigeria. La produzione non tiene il passo dell’incremento demografico e le popolazioni di tutto il mondo tendono a sostituirli con la carne. Nei Paesi in via di sviluppo i legumi rappresentano il 75% della dieta, in quelli industrializzati solo il 25%.    Il senso dell’anno internazionale dei legumi è proprio questo: aumentare la consapevolezza del valore di questo alimento e promuovere quindi il suo consumo. La Fao ha raccolto sul suo sito ben 850 ricette da tutto il mondo con i legumi: dal Githeri del Kenya alle Tamalitos a la Inflacion del Costa Rica, dal Bhuna Kichuri del Bangladesh al Dal indiano, dall’Eretensoep olandese al Chourbat al-bourghol algerino.

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