Alcol: ne basta poco per sentirsi meglio

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shutterstock_231109831I bevitori moderati di alcol stanno meglio in salute, non solo rispetto ai forti bevitori, ma anche rispetto agli astemi. Lo spiega, dati scientifici alla mano, Andrea Poli, presidente di Nutrition Foundation of Italy (Nfi), precisando che questo concetto è evidente soprattutto per le malattie cerebro-cardio-vascolari, per il diabete, l’osteoporosi (in post-menopausa), i tumori e in ambito neurologico, patologie in cui il forte consumo di alcolici è invece controindicato.

“Gli studi che possiamo condurre oggi – precisa Poli – sono di tipo osservazionale, i cui risultati si riferiscono ad ampie popolazioni e riflettono la media di ció che accade”. Un apporto di quantità lievi o moderate di alcol, pari a 2 drink per la donna e 3 drink per l’uomo (un drink equivale a un bicchiere di vino, una lattina di birra o 43 cc di liquore), “si associa – precisa Pompilio Faggiano dell’Università di Brescia – a un minor rischio di infarto, di angina, ictus e altri eventi vascolari. E la mortalità totale è ridotta in coloro che assumono modeste quantità di alcol”, anche rispetto agli astemi.

Anche nei tumori, per Carlo La Vecchia dell’Università di Milano, si osserva lo stesso fenomeno: “Se i principi del consumo moderato di alcol fossero seguiti da tutta la popolazione adulta – dice l’epidemiologo -, in assenza di altri fattori di rischio, si potrebbero evitare l’85-90% dei tumori alcol-correlati”.

Ma un moderato consumo di alcol può essere protettivo anche nei confronti delle demenze in generale e dell’ Alzheimer, per Massimo Musicco, Presidente Sindem (Società Neurologica Studio Demenze). “Vi sono evidenze sperimentali – dice – che l’etanolo di per sè possa contrastare l’effetto neurotossico dell’amiloide, che si ipotizza essere il meccanismo patogenetico della malattia di Alzheimer. E il vino rosso contiene sostanze che contrastano i processi ossidativi, considerati concausa di neurodegenerazione”.

Sono invece i forti consumi di alcol ad essere controindicati, ma i livelli in Italia sono in media al di fuori delle aree di rischio, secondo Franca Marangoni di Nfi. Bere moderatamente è un’abitudine che riguarda – secondo lo studio LIZ (LIquidi e Zuccheri) – l’85% dei consumatori di sesso maschile e il 92%  femminile senza differenze per area geografica.

 

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