Anomalie cervello fetale: utile la risonanza magnetica in utero

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Le anomalie cerebrali nel feto si verificano in tre gravidanze ogni 1000 e in alcuni casi possono causare aborto spontaneo o parto prematuro. In proposito, uno studio pubblicato su Lancet e realizzato da ricercatori dell’Università di Sheffield, evidenzia che effettuare una risonanza magnetica sul feto durante la gravidanza può aiutare a individuarne eventuali difetti nello sviluppo cerebrale fetale. Questo esame diagnostico, secondo gli studiosi, quindi “andrebbe offerto di routine”.

Lo studio
Notoriamente le ecografie ad ultrasuoni sono utilizzate di prassi per controllare che il bambino stia crescendo in modo corretto e per individuare eventuali anomalie nel cervello. Tuttavia lo studio, condotto su 570 donne in 16 centri nel Regno Unito, ha mostrato che è possibile fare una diagnosi molto più dettagliata utilizzando anche la risonanza magnetica fetale, ovvero una tecnica basata su campi magnetici e onde radio. Ne è emerso, infatti, che l’ecografia ha dato una corretta diagnosi nel 68% dei casi. Ma combinandola con una risonanza magnetica effettuata dopo la 20 settimana di gestazione aumentava la precisione al 93%, cosa particolarmente utile soprattutto nei casi ‘borderline’, in cui i medici erano incerti del risultato. Il numero di donne in gravidanza che hanno avuto una diagnosi “incerta” è stato più che dimezzato con la risonanze magnetica fetale, aumentando in loro la consapevolezza sulla salute del feto. Per questo, circa il 95% delle donne ha riferito di ritenere utile l’esame aggiuntivo effettuato.

Commenti degli autori
“E’ giusto – secondo Cara Mooney, una delle autrici dello studio – garantire alle donne in gravidanza di avere le informazioni corrette, nel momento in cui può attenderle un evento traumatico”. Una diagnosi accurata di significative anomalie cerebrali, infatti, potrebbe avere implicazioni anche sulla decisione di proseguire la gravidanza. “Sulla base dei nostri risultati, proponiamo che una risonanza magnetica dovrebbe essere offerta in qualsiasi gravidanza in cui il feto possa avere una anomalia cerebrale sospetta”, commenta l’altro autore della ricerca, Paul Griffiths.

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