Antibiotici: troppe prescrizioni inappropriate per le donne

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antibiotici farmaciQuando si tratta di antibiotici, al momento della prescrizione del medico, si verifica una disparità di sesso; donne e uomini non ricevono lo stesso trattamento. Una donna, infatti, ha in media una probabilità che le venga prescritto uno di questi farmaci maggiore del 27% rispetto ad un uomo.

Lo studio
Lo rivela uno studio pubblicato sul Journal of Antimicrobial Chemotherapy e condotto da Evelina Tacconelli, infettivologa italiana attualmente presso l’Università di Tubingen in Germania. Si tratta di una approfondita analisi di dati relativi a prescrizioni ricevute da un totale di 44.333.839 individui di vari paesi tra cui l’Italia. Coinvolti anche Danimarca, Regno Unito, Spagna, Israele, Germania, Nuova Zelanda, Svezia e Belgio. Sono state analizzate informazioni sulle prescrizioni farmacologiche e anche sulla motivazione di queste ricette mediche, osservando in particolare le prescrizioni di varie classi di antibiotici. Dallo studio è emerso che, rispetto agli uomini, le donne hanno in media una probabilità maggiore del 27% di ricevere una ricetta per antibiotici; la probabilità è del 36% per donne di 16-34 anni; e del 40% per donne di 35-54 anni.

Prescrizioni inappropriate
Si tratta di uno studio importante, commenta Annalisa Pantosti che dirige il Reparto malattie batteriche, respiratorie e sistemiche dell’Istituto superiore di sanità (Iss): “tutti i dati della ricerca vanno nella stessa direzione e quindi è piuttosto chiaro che le donne hanno una prescrizione maggiore. E la cosa preoccupante – continua – è che siccome la metà delle prescrizioni di antibiotici in comunità (medicina sul territorio) è inappropriata, la donna corre un rischio elevato di essere destinataria di inappropriatezza prescrittiva”. Gli antibiotici con maggiori differenze di genere nelle prescrizioni sono risultati le cefalosporine e i macrolidi comunemente usati per trattare infezioni delle vie respiratorie. Le evidenze epidemiologiche attualmente disponibili non possono pienamente spiegare le disuguaglianze di genere in fatto di prescrizioni di antibiotici rilevate in questo studio; altri fattori sociali e comportamentali devono essere in gioco.

“Noi avevamo fatto un sondaggio sulla popolazione italiana sull’uso di antibiotici e riguardando i dati – afferma Pantosti – ho visto che le donne curano l’influenza con gli antibiotici più degli uomini”. Possono essere tanti i determinanti di questa differenza di genere: forse le donne si rivolgono di più al medico per curare infezioni respiratorie; forse sentono di più la pressione di dover guarire rapidamente. Ma alla base di tutto resta una pericolosa percezione errata: gli antibiotici, aggiunge Pantosti, sono ancora percepiti come farmaco miracoloso che fa guarire più rapidamente e spesso si ricorre al fai-da-te dimenticando che per le infezioni virali come l’influenza non vanno presi. Questo studio, conclude Pantosti, è una dimostrazione di quanto sia importante la medicina di genere: “sarebbe anche interessante vedere se la resistenza agli antibiotici è maggiore nelle donne che negli uomini. I medici dovrebbero tenere a mente il rischio di disparità di genere nelle prescrizioni di antibiotici – afferma Tacconelli. I nostri risultati potrebbero giocare un ruolo influente nel progettare programmi di gestione delle prescrizioni di antibiotici che si facciano carico di queste disuguaglianze di genere”.

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