Bambini: se non mangiano frutta e verdura continuare a proporgliela

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Bimbi schizzinosi con frutta e verdura? Niente paura, il trucco è non cedere. Continuare a proporre queste pietanze notoriamente poco amate dai più piccoli sembra infatti essere la soluzione per farle amare, ma sempre senza esagerare. A rivelarlo sono i pediatri dell’Associazione culturale pediatri (Acp) sulle pagine dei Quaderni Acp.

Quella che i ricercatori chiamano ‘neofobia ai cibi’ è un comportamento che ha origini antiche quanto l’uomo. Quando migliaia di anni fa i nostri antenati, che vivevano nelle savane, uscivano a procacciarsi il cibo, i bambini più grandi, che rimanevano nell’accampamento a giocare, accuditi a distanza dai nonni, hanno imparato a selezionare i cibi che trovavano per terra. “Immaginate un bambino di 3 anni che trova una bacca colorata e se la porta in bocca per assaporarla. Se è velenosa, rischierà la vita”, scrivono Stefania Manetti, Costantino Panzo e Antonella Brunelli. Ecco perché durante l’evoluzione “abbiamo imparato a selezionare, geneticamente, un comportamento – continuano – che riduce la possibilità di mangiare cibi freschi e colorati, preferendo quelli soliti, possibilmente chiari e dalla consistenza croccante durante la crescita”. Ma se migliaia di anni fa salvava la vita, oggi mangiare così riduce la possibilità di avere una dieta sana e più ricca.

“Offrire” non “insistere”

Come fare allora? Intanto è importante che la mamma in gravidanza, e poi durante l’allattamento, mangi di tutto. In questo modo al momento dello svezzamento il bambino sarà disponibile a provare tutti i cibi. Poi continuare a offrire un cibo nuovo anche se il piccolo lo rifiuta. E’ stato dimostrato che anche dopo 10-20 offerte ripetute, alla fine inizierà ad assaggiarlo. Tutto questo però rispettando il bambino: anziché “è buono per te, mangia”, è meglio dirgli “ha un buon sapore, mi ha fatto piacere assaggiarla. Che sapore ha secondo te?”. Offrire infatti non vuol dire insistere. Se si va avanti su questa strada, aumenterà il suo disgusto per quel cibo. Infine può essere d’aiuto osservare i coetanei, ad esempio alla mensa dell’asilo.

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