Celiachia: c’è familiarità ma nessun sintomo? Inutile lo screening

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(Reuters Health) – Anche quando un parente stretto è celiaco, non ci sarebbero prove sufficienti per indicare lo screening negli adulti asintomatici. È quanto suggerisce un panel di esperti americani della U. S. Preventive Services Task Force (USPSTF) in un articolo pubblicato su JAMA.

Altre organizzazioni hanno in realtà diffuso raccomandazioni diverse, come l’American College of Gastroenterology e la North American Society of Pediatric Gastroenterology, secondo le quali alcuni individui a rischio di sviluppare la malattia autoimmune dovrebbero essere sottoposti a screening. Ma secondo Alex Krist, della Virginia Commonwealth University di Richmond, se il test per gli autoanticorpi della celiachia fosse positivo, sarebbe poi richiesta una biopsia e “noi non vogliamo sottoporre i pazienti a questo test, se poi questo non servirà ad aiutarli”, ha dichiarato a nome della USPSTF.

Se fare il test significa poi incorrere nel rischio di fare biopsie di massa, laddove potrebbero anche esserci falsi positivi, e laddove quindi non servirebbero, è meglio evitare in partenza lo screening se non sono presenti sintomi, secondo gli esperti. Mentre è più importante ricercare la malattia tra le persone che la manifestano in modo silente, ovvero presentano manifestazioni atipiche come l’anemia sideropenica, l’osteoporosi, la dermatite erpetiforme, la comparsa recidiva di afte e così via.
Andrew Seaman

(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Nutri&Previeni)

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