Dieta: più grassi e meno carboidrati per ridurre rischio di mortalità?

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(Reuters Health) – Una dieta con il 35% di calorie derivanti dal consumo di grassi sarebbe legata a un minor rischio di mortalità rispetto a una dieta in cui circa il 60% delle calorie deriva invece dai carboidrati. A mettere in dubbio uno dei principi fondamentali su cui si basano i consigli dei nutrizionisti moderni, facendo “traballare” la piramide alimentare così come la conosciamo oggi, sono i risultati di un vasto studio pubblicato sul Lancet. A coordinare la ricerca, Mahshid Dehghan, della McMaster University di Hamilton, in Ontario (Canada).

I nuovi dati sono stati ricavati dallo studio Prospective Urban Rural Epidemiology (PURE) che ha coinvolto persone tra i 35 e i 70 anni di età, in 18 Paesi. In totale, sono state prese in considerazione 135.335 persone, che sono state seguite per circa sette anni, tra il 2003 al 2013. Nel periodo di studio, i ricercatori hanno registrato 5.796 morti e 4.784 eventi cardiovascolari nella popolazione considerata. Quando i ricercatori hanno analizzato i dati considerando il consumo di carboidrati, hanno scoperto che le persone che ne mangiavano di più avevano una probabilità del 28% più alta di morire per qualsiasi causa rispetto a coloro che ne consumavano di meno. Tenendo conto, invece, del consumo di grassi, Dehghan e colleghi hanno rilevato che coloro che ne consumavano di più avevano circa il 23% di probabilità in meno di morire rispetto a chi ne consumava meno, al di là del tipo di grasso consumato.

“Suggeriamo di essere più moderati rispetto al consiglio di consumare pochi grassi e più carboidrati”, ha dichiarato Dehghan, auspicando che le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità siano riviste sulla base di questi risultati. L’OMS consiglia di assumere non più del 30% delle calorie attraverso i grassi ed evitare quelli saturi, presenti soprattutto in prodotti di origine animale. Si tratta, però, di raccomandazioni basate su dati provenienti da Europa e Nord America. Ma secondo Dehghan e colleghi, le malattie cardiovascolari sono un’epidemia globale che pesa in gran parte, per l’80%, su Paesi a basso e medio reddito.Una seconda analisi dei dati, infine, si è soffermata sul numero di porzioni di frutta, verdura e legumi necessari ad avere benefici a lungo termine. Secondo Dehghan e colleghi basterebbero tre o quattro porzioni al giorno, con pochi vantaggi in più oltre questa soglia. “Non vogliamo però con questo dire alle persone che mangiano più porzioni di mangiarne meno”, ha sottolineato Victoria Miller, sempre della McMaster University.

Tuttavia, rimane da sottolineare che lo studio si è limitato a “osservare” gli eventi senza indagare e trovare di fatto un legame causale tra il consumo di carboidrati e grassi e le morti.

Fonte: Lancet
di Andrew Seaman

 

(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Nutri&Previeni)

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