Dopo le feste, ecco la dieta depurativa

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shutterstock_181951742Le festività natalizie sono ormai passate, lasciando forse un po’ di nostalgia per i bei momenti conviviali, ma anche pancia gonfia, fegato appesantito e intestino irritato. Pranzi, cenoni e abbuffate, infatti, non si traducono solo in chili di troppo, ma anche in un affaticamento generale. Per tutti questi motivi il recupero post feste non è solo quello del peso, ma anche quello della salute. “E’ bene quindi iniziare l’anno con un periodo di depurazione dalle tante tossine accumulate”, consiglia Giovanna Cecchetto, past president dell’Associazione nazionale dietisti (Andid). Ma “integratori e tisane non servono senza una buona dieta a base di frutta, verdure e cibi poco conditi, possibilmente accompagnata dalla giusta attività fisica”.

“L’eccesso alimentare che, per le feste di Natale, non si tratta solo di un giorno, ma di un periodo prolungato – spiega Cecchetto – provoca aumento di colesterolo e trigliceridi e affatica il fegato. I troppi condimenti e l’alcol comportano un sovraccarico digestivo che irrita le mucose e nuoce sia allo stomaco che all’intestino. Per riabilitarlo, non serve il digiuno, ma un periodo di disintossicazione, con molta acqua e condimenti semplici, a base di olio di oliva a crudo”. Ridurre al massimo grassi, zuccheri semplici e bevande alcoliche, introdurre più cereali integrali e fonti proteiche vegetali come i legumi al posto di carne o formaggi: “ceci, fagioli lenticchie, fave, sono piatti della tradizione ma purtroppo poco presenti sulle tavole degli italiani”. Via libera alle verdure ma “crude, bollite o cotte al vapore, non ripassate nell’olio”.

Ogni italiano ha preso in media dai 2 ai 5 chili ma, sottolinea l’esperto, “l’aumento del peso è proporzionale non solo a quello che si fa ma anche a quello che si è fatto prima. Se si arriva al periodo natalizio già con un’alimentazione bilanciata è più facile mantenere equilibrio metabolico e i danni sono minori rispetto a chi arriva a quel momento dopo una dieta molto restrittiva”. Correggere gli errori alimentari è necessario così come l’attività fisica. La lotta alla sedentarietà non necessariamente significa andare in palestra. “Sono più efficaci sul peso frequenza e durata dell’attività aerobica che non l’intensità. Correre due volte a settimana serve meno che camminare in modo sostenuto 4 giorni a settimana per una quarantina di minuti”. Poiché non tutti hanno tempo di passeggiare, conclude l’esperta, “lasciare a casa auto e motorino e andare a lavoro con i mezzi pubblici, magari scendendo una fermata prima del necessario, sono occasioni per muoversi di più che uniscono un aiuto per il fisico a un aiuto per l’ambiente”.

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