Focus/ Animali domestici. Vietato umanizzarli troppo

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Un cane o un gatto possono allietarci le giornate e spingerci a passare più tempo all’aria aperta, trasmettendoci affetto e aiutandoci a scaricare lo stress. Avere un animale domestico, però, non significa solo carezze e corse nel parco e a volte può essere più impegnativo di quanto possa sembrare, soprattutto nel caso di specie di grossa taglia. Il primo nodo che si trovano ad affrontare i neo-padroni è quello di tenere l’animale in casa, che per molti è una necessità. “Non va demonizzato in assoluto l’avere per esempio un cane di grossa taglia in appartamento, ma è importante che le persone conoscano le esigenze dei loro ‘coinquilini’ a quattro zampe e cerchino di soddisfarle”, sottolinea Alberto Delleani, medico veterinario della provincia di Torino.

Diventare capobranco
Un cucciolo stimola la nostra tenerezza e il nostro istinto genitoriale, ma attenzione a non trattarlo come se fosse davvero un bambino: “L’animale può essere la nostra famiglia, ma per lui restiamo il suo branco – chiarisce l’esperto – Questo significa che è importante fin da subito fargli capire che esistono delle regole da rispettare”. Anche per diventare ‘capobranco’ ci sono dei tempi da rispettare: “L’addestramento è tanto più efficace quanto più è precoce: nei primi mesi di vita del cucciolo si può lavorare tantissimo, ma in realtà fino a due anni l’animale è molto recettivo”.

L’Abc dell’igiene
Dividere gli spazi della casa con un animale significa fare i conti con l’igiene e l’invadenza degli spazi. Pavimenti cosparsi di peli e magari qualche impronta di troppo potrebbero diventare una routine. Per evitare la trasmissione di malattie da animale a uomo, bastano alcune piccole accortezze, a partire dalla pulizia della propria abitazione per arrivare all’animale stesso: “Una normale profilassi antiparassitaria eseguita con le tempistiche corrette mette al riparo dai rischi maggiori”, assicura il veterinario. È poi importante mantenere un’igiene generale anche per quanto riguarda se stessi: “Mettere in pratica norme basilari come lavarsi le mani dopo aver accarezzato l’animale, non mangiare nel piatto toccato dal cane, non farsi leccare la faccia sono l’Abc per prevenire la trasmissione di malattie”, ricorda Delleani.

Un compagno di vita che vuole i suoi spazi
Se non tenuto sotto controllo, il cane tende a fare propri spazi che non lo sono. È un attimo e divano, letto e cucina possono diventare il suo regno. La cosa si complica in presenza di un bambino piccolo. Le interazioni tra bimbi e animali sono tutt’altro che negative, a patto che non si lasci nulla al caso: “Se una famiglia possiede già un cane occorre preparalo all’arrivo del neonato, che deve essere vissuto anche dall’animale come qualcosa di positivo”, spiega il veterinario. È importante infatti che il quattrozampe non si senta escluso e quindi non sia geloso del nuovo arrivato. “Tenderà a proteggerlo, percependolo come un cucciolo del gruppo. Nel caso di bambini molto piccoli è importante però non lasciarli mai soli con l’animale: potrebbero irritare inconsapevolmente l’animale e spingerlo a morderli. Per questo la presenza di un genitore è fondamentale”.

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