Focus/ Tatuaggi. Ecco come rimuoverli

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Siamo così prese dalla nostra nuova relazione che decidiamo di tatuarci il nome del nostro amato per sempre sulla pelle. Un gesto tanto doloroso quanto romantico, ma che cosa fare se la storia che sembrava così solida finisce? Oppure se non vogliamo continuare a portarci dietro quella bravata adolescenziale fatta di nascosto dai genitori e che oggi ci sembra una stupidaggine? La bella notizia è che i tatuaggi si possono rimuovere. La brutta che non è un processo veloce e del tutto privo di conseguenze. Ne abbiamo parlato con Luigi Naldi, direttore della Dermatologia all’ospedale di Vicenza e direttore del Centro studi Gised di Bergamo.

Come funziona
“La rimozione avviene oggi prevalentemente con un laser la cui lunghezza d’onda varia in base al colore da rimuovere”, spiega lo specialista. Togliere un tatuaggio non è però un processo breve: “Servono almeno 10-15 sedute, ciascuna delle quali a una distanza di almeno 2 mesi”, continua Naldi. Almeno un anno e mezzo quindi, durante il quale il tatuaggio si attenua a poco a poco. La rimozione è un lavoro di squadra: da una parte c’è il laser, dall’altra il nostro corpo. “Il laser serve per frammentare il colore, dopodiché intervengono i macrofagi, una sorta di “cellule spazzino” che rimuovono a poco a poco le particelle”. Questo è il motivo per cui devono passare almeno otto settimane tra una seduta e l’altra: per dare il tempo al nostro corpo di intervenire nella rimozione del tatuaggio.

Occhio a colore e dimensione
“Il nero è il colore più facile da cancellare, mentre altre tonalità, soprattutto il giallo e il verde, possono creare problemi durante la rimozione: invece di attenuarsi, infatti, rischiano di virare in altri colori”, spiega il dermatologo. Oltre a questo occorre considerare la compattezza del colore: più è alta, più tempo servirà per riportare la pelle alla sua condizione originaria. Gli altri due parametri da considerare sono la dimensione e la parte del corpo interessata: un tatuaggio di pochi centimetri è più facilmente asportabile di uno più grande, uno sul tronco dà meno problemi di quelli su braccia e gambe, zone che possono essere soggette a problemi circolatori e che quindi vanno trattate con maggior cura.

Cosa resta
“Se il laser è usato nel modo corretto non dovrebbe rimanere alcuna cicatrice – chiarisce Nasi – Tuttavia ci sono alcune conseguenze temporanee, come per esempio il divieto di esporsi al sole per tutta la durata del trattamento”. Le sedute inoltre diventano più numerose se la persona che si sottopone a rimozione è una fumatrice: “Il fumo ha un effetto immunodepressivo sulle cellule del nostro corpo coinvolte nell’operazione e quindi rallenta il processo di rimozione”.

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