Gravidanza: meno farmaci e cesarei se la mamma è bene assistita durante il travaglio

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Massaggi, bagni alle gambe, ma anche il conforto del partner, di un amico o di un buon infermiere durante tutto il periodo del travaglio, per le future mamme si traducono in un minor utilizzo di analgesici e interventi chirurgici. Questo quanto evidenziato da una revisione sistematica di numerosi studi presenti nel database Cochrane, condotta da Meghan Bohren, ricercatrice dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra.

Approcci positivi
Dal momento che un numero crescente di donne in molti Paesi partorisce negli ospedali, il sostegno continuo e costante durante il travaglio è diventato un’eccezione piuttosto che la norma. Questo tipo di supporto può includere diversi approcci come: parlare con le donne per lodarle e rassicurarle, offrire massaggi e bagni alle gambe e ai piedi per farle stare comode e sostenerle. “I trattamenti di sostegno durante il travaglio possono migliorare sia i processi fisiologici del parto, sia la percezione delle donne sulla loro capacità di partorire”, afferma Meghan Bohren autrice principale dello studio e ricercatore presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra, in Svizzera. “Questo può ridurre la necessità di un intervento ostetrico e migliorare anche le esperienze delle donne”, ha aggiunto.

Lo studio
Per questa revisione, Bohren e colleghi hanno esaminato i dati provenienti da 26 studi precedentemente pubblicati, con dati relativi, in totale, a più di 15 mila donne che hanno partorito in varie circostanze in 17 Paesi. Alcune donne negli studi hanno ricevuto un sostegno continuo durante il travaglio da parte di partner, madri, amici o altri familiari, mentre altre hanno ottenuto questo supporto da infermieri, ostetriche, volontarie o da altre donne non appartenenti al personale dell’ospedale. Per prima cosa si è evidenziato che quando vi era un’assistenza continua durante il travaglio le madri avevano maggiori probabilità di partorire con parto vaginale, rispetto a quando l’assistenza non c’era. Inoltre, le donne che avevano ricevuto un supporto continuo avevano meno probabilità di utilizzare farmaci analgesici e tendevano ad avere un travaglio più breve. E ancora, i neonati nati da madri che avevano ricevuto un supporto continuo avevano minori probabilità di ottenere punteggi più bassi al test di Apgar, che valuta nel complesso la respirazione e il benessere del neonato subito dopo la nascita. I ricercatori non hanno tuttavia riscontrato differenze nelle probabilità che i bambini fossero ammessi alla terapia intensiva o allattati dopo due mesi a seconda che le madri ricevessero o meno un supporto continuo per il parto. Va anche aggiunto che i vantaggi ottenuti dal sostegno costante al parto sono stati più pronunciati nei Paesi ad alto reddito che nelle nazioni meno ricche e non esistono prove sufficienti per determinare quanto l’assistenza avesse aiutato madri e bambini in Paesi a basso reddito: dunque questo sarebbe un aspetto da approfondire. Tuttavia rimane il dato positivo della minore richiesta di farmaci e interventi chirurgici per le donne che avevano ottenuto un’assistenza costante.

Fonte: Cochrane Database Syst Rev 2017

By Lisa Rapaport

(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Nutri&Previeni)

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