Mal di testa nei bambini: i 10 falsi miti da sfatare

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Il mal di testa non è una prerogativa dell’adulto. Secondo le stime infatti, colpisce anche i piccoli, per l’esattezza circa uno su dieci. Sono tanti però i falsi miti su questa fastidiosa condizione e proprio per fare un po’ di chiarezza gli specialisti del Centro Cefalee dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno stilato un decalogo ad hoc e saranno disponibili sabato 20 maggio per visite gratuite in occasione dell’Open Day promosso in occasione della nona Giornata Nazionale del Mal di Testa.

“Una serie di false credenze – spiega Massimiliano Valeriani, responsabile Centro Cefalee del Bambino Gesù – che porta ad approcciare il problema in maniera non corretta, col rischio di cronicizzare il dolore o di medicalizzare il bambino”.

I 10 falsi miti
1) E’ un problema da adulti: il mal di testa può presentarsi a qualsiasi età, anche nei primi mesi di vita; la forma più diffusa tra i piccoli è l’emicrania, malattia neurologica genetica che colpisce oltre l’8% dei bambini.

2) E’ di origine psicologica: quando è espressione di una cefalea primaria, il mal di testa è legato a predisposizione costituzionale. I fattori psicologici possono peggiorarlo.

3) Deriva da problemi alla vista: non è sintomo diretto dei difetti agli occhi ma la visita oculistica serve a valutare la presenza di ipertensione endocranica.

4) E’ causato da sinusite e si cura con aerosol: la sinusite non riguarda i bambini i bimbi sotto gli 8 anni perché i seni nasali non sono ancora sviluppati. Anche dopo questa età i casi di cefalea dovuta solo a sinusite sono l’1-2%.

5) Non serve lo specialista: molti casi possono essere gestiti dal pediatra ma è necessario consultare uno specialista in caso di cefalee frequenti, intense e che rispondono poco ai farmaci.

6) Bisogna rassegnarsi: i mal di testa non trattati possono sensibilizzare aree del cervello deputate all’elaborazione del dolore, che cominceranno a interpretare come dolore anche i segnali di tipo non doloroso, peggiorando il problema.

7) Basta l’automedicazione: la tendenza di chi adotta il “fai da te” è quella di abusare dei farmaci, ma sbagliare il dosaggio degli antidolorifici può portare alla cronicizzazione.

8) Si cura con integratori: spesso prescritti al posto di farmaci appropriati, l’efficacia di integratori a base di erbe non è supportata da evidenze scientifiche, tuttavia alcuni studi ne confermano l’elevata efficacia come placebo in età pediatrica.

9) Un antidolorifico vale l’altro: hanno effetti diversi a seconda del principio attivo; è molto comune l’uso del paracetamolo, ma il farmaco maggiori evidenze di efficacia è l’ibuprofene.

10) Non c’è prevenzione: evitare sovraccarichi di stress e alterazioni del ritmo sonno-veglia, dormendo un giusto numero di ore, previene l’aumento degli attacchi di mal di testa.

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