Nuove linee guida per l’alimentazione della prima infanzia

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bimbo pappaLe nuove linee di indirizzo sulla corretta alimentazione nella prima infanzia sono state da poco pubblicate dal Ministero della Salute, attese e fondamentali per dare consigli univoci a pediatri e genitori. Allattamento materno, latte in formula, norme di sicurezza, fabbisogno giornaliero di nutrienti e ruolo del pediatra come supporto per prevenire problemi di salute e non solo come ‘last minute help’.

Spiega l’esperto

Le nuove linee guida sono il risultato del lavoro del tavolo tecnico istituito ad hoc insieme alle società scientifiche e all’Istituto Superiore di Sanità nell’ambito del “Piano di Azione dell’Ue contro l’obesità infantile 2014-2020”; il documento è disponibile sotto forma di domande e risposte per migliorarne la fruibilità anche ai non addetti ai lavori.

Si ribadisce, sottolinea Giovanni Corsello, presidente della Società Italiana di Pediatria (Sip), “l’importanza del latte materno è quella di contrastare l’eccesso di proteine nei primi anni di vita. Per questo il latte vaccino, che ne contiene molte, è sconsigliato sotto i 12 mesi e andrebbe consumato con cautela anche dopo (non oltre 200-400 ml al giorno). Inoltre consiglia di evitare bevande con zuccheri aggiunti che predispongono a carie e obesità. Insomma il bimbo piccolo non può’ essere considerato un ‘piccolo adulto’ ma ha esigenze nutrizionali specifiche”.

“L’incremento progressivo dell’obesità infantile – prosegue Corsello – ci fa capire che manca una consapevolezza diffusa sull’importanza dell’alimentazione, fattore centrale invece nel prevenire problemi come sindrome metabolica, pressione alta e diabete, che negli ultimi anni esordiscono sempre più precocemente”. Diventano allora importanti interventi nutrizionali precoci nei primi 1.000 giorni di vita, periodo critico per il rischio futuro di malattie.

In questo percorso, secondo le linee di indirizzo ministeriali, il pediatra curante è valido supporto. “Non deve essere solo un aiuto per le emergenze – spiega l’esperto – ma avere un ruolo consultivo ‘day by day’. Per questo è importante avere appuntamenti cadenzati e dedicare una parte della visita all’alimentazione”. Visti i tempi spesso stretti, conclude, “per i genitori è utile arrivare dal pediatra con domande specifiche per uscire dalla visita con risposte concrete”.

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