Scompenso cardiaco: si combatte anche con l’attività fisica

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Lo scompenso cardiaco, nonostante sia una condizione molto frequente per la quale è spesso necessario un ricovero ospedaliero urgente, resta ancora una patologia poco conosciuta e sottodiagnosticata. Invece è talmente diffusa da riguardare un milione di italiani. In questo mese parte la Campagna informativa promossa dalla Heart Failure Association (HFA) della Società Europea di Cardiologia, sostenuta dalla Federazione Italiana di Cardiologia, a cui partecipano 40 centri di cardiologia italiani.

Obiettivo dell’iniziativa di quest’anno è la sensibilizzazione su prevenzione e cura attraverso un focus sull’attività fisica. In programma eventi dedicati alla promozione di sani stili di vita, buona alimentazione, abolizione del fumo, uso responsabile delle bevande alcoliche ma soprattutto movimento e attività fisica.

“Con una prevenzione efficace saremmo in grado di affrontare in tempo l’80% delle patologie cardiovascolari e perfino il 40% dei tumori”, spiega Massimo Piepoli, Responsabile dell’Unità Operativa Scompenso e Cardiomiopatie dell’Ospedale di Piacenza. E aggiunge: “Anche per i pazienti già colpiti dalla malattia, l’attività fisica viene altamente raccomandata, al pari delle terapie mediche e chirurgiche più efficaci, come mezzo di cura e di riabilitazione”.

“Lo scompenso cardiaco è una patologia a elevata mortalità con costi sanitari e sociali altissimi – sottolinea Luca Baldino, Direttore Generale della Ausl di Piacenza – I ricoveri sono circa 165.000 ogni anno, 500 al giorno. L’ospedalizzazione di questi pazienti, assorbe circa il 70% dei costi globalmente sostenuti per la malattia”.  

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