Sì agli antibiotici in gravidanza, ma solo se necessari

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shutterstock_232134673Gli antibiotici possono dare seri problemi, soprattutto se assunti senza una precisa indicazione medica e se in gravidanza. Quando è necessario, però, meglio prenderli piuttosto che rischiare la salute della mamma e del nascituro stesso. Lo ribadisce l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che, con l’arrivo del freddo e dei “malanni” che porta con sé, ricorda che vanno però assunti solo “per patologie non di natura virale, dietro prescrizione del medico e seguendo scrupolosamente dosi e durata della terapia”.

Continua l’aggiornamento, fa sapere l’agenzia, delle schede tecniche presenti sul sito farmaciegravidanza.gov.it, dove future mamme e operatori sanitari possono chiarirsi le idee su quando e quali antibiotici utilizzare nel caso, ad esempio, di patologie quali febbre, malattie croniche intestinali o terapie odontoiatriche. A seguito della revisione di studi ed evidenze scientifiche, infatti, sono state aggiornate le informazioni su antibiotici normalmente usati anche nei nove mesi di gestazione e durante l’allattamento, ovvero acido clavulanico, amoxicillina, ampicillina, azitromicina, clindamicina, claritromicina ed eritromicina. In particolare, scrive Aifa, “l’amoxicillina e l’ampicillina sono considerati gli antibiotici di prima scelta in gravidanza, mentre la Clindamicina, indicata ad esempio per il trattamento della Corioamnionsite (grave infezione che colpisce il sacco amniotico), è da utilizzare qualora la somministrazione di Penicilline, Cefalosporine e Macrolidi non sia efficace, quindi in seconda battuta”.

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