Un nuovo rapporto dell’Oms Europa conferma quanto si sospettava da tempo: un legame tra la pandemia di COVID-19 e l’aumento dei tassi di obesità tra i bambini dai 7 ai 9 anni, con una diminuzione del loro benessere generale. La pubblicazione, intitolata “Rapporto sull’impatto della pandemia di COVID-19 sulla routine quotidiana e sui comportamenti dei bambini in età scolare: risultati di 17 Stati membri nella regione europea dell’OMS”, condotta tra il 2021 e il 2023, mostra come durante la pandemia: il 36% dei bambini ha aumentato il tempo trascorso guardando la televisione, giocando a giochi online o utilizzando i social media durante i giorni feriali, mentre il 34% ha aumentato il tempo trascorso davanti allo schermo a scopo ricreativo nei fine settimana. Il 28% dei bambini ha diminuito il tempo trascorso in attività all’aperto durante i giorni feriali e il 23% lo ha diminuito nei fine settimana (l’Italia tra i Paesi con il dato peggiore, oltre il 40%).
Le famiglie hanno segnalato un aumento nel consumo di pasti cucinati in casa (30%), nel mangiare insieme in famiglia (29%), nell’acquistare cibo sfuso (28%) e nel cucinare i pasti insieme ai bambini (26%, che sale al 40% in Italia).
Ai genitori è stato chiesto come percepivano lo stato ponderale dei propri figli sia durante che prima del periodo pandemico: sottopeso, peso normale, poco sovrappeso o estremamente sovrappeso. Nel corso della pandemia, la percentuale di bambini percepiti come normopeso è scesa dall’82 al 73%, mentre quelli percepiti come sovrappeso sono raddoppiati, dall’8 al 16%. Ancora una volta, l’Italia è tra i Paesi con il dato peggio: se prima della pandemia il 9,8% dei genitori percepiva i proprio figli leggermente in sovrappeso e lo 0,4 molto in sovrappeso, dopo la pandemia le quote sono salite rispettivamente a 23,3 e 1,6.
In media, secondo la percezione dei genitori, la capacità di divertirsi con gli amici è peggiorata per il 42% dei bambini, osservata in modi come la capacità di godersi le attività nel tempo libero del bambino (27%) o segnalando di “avere abbastanza tempo per lui/lei” se stessa” (19%).
Kremlin Wickramasinghe, consigliere regionale dell’OMS/Europa per la nutrizione, l’attività fisica e l’obesità, sottolinea come, tuttavia, “il quadro delineato da questo rapporto è sfumato: in alcuni paesi ci sono stati cambiamenti positivi, come un numero maggiore di famiglie che mangiano insieme, ma ce ne sono stati anche alcuni preoccupanti, tra cui un aumento delle abitudini alimentari non salutari e del tempo sedentario”.
“Non possiamo permetterci di ignorare queste tendenze – ha aggiunto -: nella nostra regione, 1 bambino su 3 vive in sovrappeso e obesità, e già il consumo di frutta e verdura è basso. Spero che questo rapporto suoni come un allarme, spingendoci a intraprendere azioni urgenti per migliorare i modelli di nutrizione e attività fisica nella Regione, in particolare creando ambienti che supportino comportamenti sani”.