Focus/ Dieta e intestino. La “mediterranea” fa bene alla flora

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Siamo ciò che mangiamo”, un vecchio modo di dire che ha molto a che fare con la realtà. Gli alimenti che introduciamo nel nostro corpo, infatti, vanno a interagire con le migliaia di micro-organismi che vivono pacificamente nel nostro intestino. Questi organismi contribuiscono anche alla trasformazione stessa degli alimenti introdotti e favoriscono l’assorbimento dei nutrienti, ma se si crea un disequilibrio possono diventare nocivi. Bene, a quanto pare, la dieta mediterranea gioca un ruolo importante nel mantenere questo equilibrio. Se si pensa, poi, che l’intestino è la sede di migliaia e migliaia di neuroni, tanto da essere definito come un “secondo cervello”, ed è la sede del 60% del sistema immunitario che ci protegge dagli agenti esterni, risulta evidente che mantenerlo in equilibrio significa tenere in salute tutto l’organismo.

Lo stile di vita fa la differenza
Diversi studi scientifici dimostrano come la composizione del microbiota intestinale sia molto instabile poiché suscettibile allo stile di vita (una dieta sbilanciata, l’alcool e lo stress, per esempio), oltre alle infezioni causate da microorganismi nocivi esterni”, spiega Tiziana Stallone, biologa nutrizionista, che ricorda: “Accanto a questo, non manca l’aspetto genetico dell’individuo”. Eh sì, perché anche i geni giocano un ruolo nella composizione microbica del nostro intestino che è caratteristica in ciascun individuo e “varia anche con la crescita”, aggiunge l’esperta.

La dieta mediterranea
La dieta mediterranea sembra essere correlata al mantenimento del corretto equilibrio tra i diversi microrganismi. “Sappiamo che i galatto oligosaccaridi come il lattosio e i derivati dell’inulina che si trovano ad esempio, in aglio, banane, carciofi e cipolle sono i principali composti ad azione probiotica – puntualizza la nutrizionista – e anche gli acidi grassi polinsaturi, ad esempio gli Omega 3, di cui sono ricchi salmone e pesce azzurro, favorirebbero un buon funzionamento della flora intestinale”. Anche la frutta fa la sua parte: “Gli antociani contenuti nei frutti di bosco hanno dimostrato di inibire la crescita di batteri dannosi come lo Staphylococcus ”, afferma Stallone. A riprova della correlazione flora intestinale-dieta, c’è il fatto che “l’uso di probiotici si sta rivelando strategico anche nel trattamento di alcune patologie, ad esempio nella prognosi e nella cura di disturbi neuropsichiatrici”, spiega Stallone. Allo stesso modo “Le alterazioni del microbioma sembrano essere alla radice dello sviluppo di diverse patologie”, afferma l’esperta.

Microbiota e farmaci
Se da una parte la flora intestinale permette di metabolizzare alcuni farmaci, gli stessi farmaci possono sconvolgerne l’equilibrio e questo è ciò che puntualmente avviene ogni qual volta si assume un antibiotico. “Il microbioma partecipa all’assunzione dei nutrienti introdotti con la dieta, metabolizzando certi farmaci e anche agenti cancerogeni – spiega Stallone – Oltre che dall’alimentazione scorretta, le alterazioni del microbiota possono essere causate da altri fattori come terapie farmacologiche e uso di antibiotici”, conclude.

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