Estate: ritenzione idrica e gambe gonfie per 2 donne su 3

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Quando arriva la bella stagione, specie se afa e gran caldo la fanno da padroni, ben due donne su tre soffrono di ritenzione idrica che si manifesta anche con un gonfiore alle gambe; un fastidio che oggi si può evitare grazie all’anidride carbonica.

Gambe pesanti, piedi e caviglie gonfie, prurito, formicolii: sono i fastidi che portano il caldo e l’aumento delle temperature e che tendono maggiormente a manifestarsi nelle persone, soprattutto donne, più soggette a disturbi circolatori dovuti all’insufficienza venosa e alla fragilità capillare.

“Difficile trovare una donna che non soffra o non abbia mai sofferto di ritenzione idrica soprattutto d’estate. Quello dell’accumulo eccessivo di liquidi, infatti, è un problema molto comune nel sesso femminile e il calore aumenta il problema – spiega Stefania Bizzarri, medico estetico, responsabile dell’ambulatorio di medicina estetica dell’Istituto neurotraumatologico italiano (Ini). Alla base c’è una cattiva circolazione sanguigna e soprattutto linfatica: se il sangue fatica a risalire verso il cuore e il sistema linfatico non riesce a depurare e a filtrare la linfa, si verifica un ristagno di liquidi e tossine nelle gambe. La situazione può essere peggiorata da una scarsa tonicità dei muscoli delle gambe e dalla sedentarietà: in questi casi, infatti, i polpacci non riescono a comprimere le vene e i piedi non possono svolgere la loro naturale azione di pompa”, aggiunge l’esperta.

“Consumare spesso cibi salati, assumere di frequente bevande alcoliche, essere in sovrappeso, stare per troppo tempo nella stessa posizione, indossare indumenti stretti, portare tacchi troppo alti, fumare, esporre le gambe a fonti di calore sono abitudini che non fanno che peggiorare la situazione”. Per migliorare il problema, sottolinea l’esperta, “si può ricorrere per esempio alla carbossiterapia, una metodica poco invasiva che prevede l’utilizzo di anidride carbonica. Si tratta di una tecnica che consiste nell’iniezione di anidride carbonica nel sottocute o nel derma”.

Questo gas, spiega l’esperta, “esplica una serie di effetti benefici. In primo luogo, stimola la motilità dei vasi, la cosiddetta ‘vasomotion’: di conseguenza, il sangue scorre con più facilità, la circolazione migliora e il drenaggio veno-linfatico (di liquidi e tossine) aumenta. In secondo luogo, aumenta l’ossigenazione. Il risultato? I tessuti ricevono più nutrimento, le tossine e le scorie vengono smaltite più velocemente e il gonfiore si riduce”.

Inoltre, prosegue, “non bisogna temere che l’anidride carbonica sia nociva. Infatti, la quantità è limitata, viene eliminata con la respirazione ed esplica la sua azione nel distretto in cui viene iniettata. Infine, è sterile e sicura. Il trattamento è indolore o quasi, per cui non è necessario praticare anestesie. Il medico inserisce sotto pelle, a circa un centimetro di profondità, minuscoli aghi, attraverso i quali viene insufflata l’anidride carbonica, che per alcuni secondi gonfia la parte. Il rigonfiamento si riassorbe spontaneamente in pochi attimi, migliorando circolazione e ossigenazione e diminuendo la ritenzione idrica. Si può intervenire su piccole aree o su zone più estese (per esempio l’intera gamba) e la seduta dura dai 20 ai 40 minuti”. I primi effetti, conclude l’esperta, “iniziano a manifestarsi al termine della seduta, ma si perfezionano nei giorni successivi al trattamento”.

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