Come rivela una ricerca pubblicata sulla rivista Experimental Physiology e condotta sui topi da scienziati della University of Maryland, correre ‘frena’ l’invecchiamento del cuore, aiutando a salvaguardarne il Dna dalla inevitabile ‘corrosione’ tipica del tempo che passa.
Le premesse
Ogni parte del nostro corpo comincia a invecchiare subito dopo la nascita. A ciò corrisponde a livello cellulare l’accorciarsi fisiologico dei cromosomi, che sono i depositari dell’informazione genetica. I cromosomi si accorciano alle estremità dove ci sono i telomeri – i ‘cappucci protettivi’ – che sono come le estremità di plastica dei lacci di scarpa, senza le quali i lacci finiscono per sfrangiarsi. La lunghezza dei telomeri è dunque una misura dell’età biologica di un individuo, così come gli anelli dei tronchi sono una misura dell’età degli alberi.
L’esperimento sui topi
I ricercatori hanno osservato i benefici della corsa facendo correre dei topi per 30 minuti sulle ruote delle gabbiette. Hanno confrontato i telomeri del Dna delle cellule cardiache di questi topi con quelli di topolini ‘sedentari’. E’ così emerso che dopo l’allenamento l’attività dell’enzima che protegge i telomeri (la telomerasi) era più elevata. Inoltre la corsa stimola anche i processi di riparazione del Dna delle cellule del cuore contribuendo a mantenerle giovani.
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