Omeopatia in crescita: più del 25% genitori la sceglie per i bimbi

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omeopatiaIl fenomeno della crescente richiesta delle cure omeopatiche riguarda anche i bambini. Sempre più genitori, infatti, scelgono l’omeopatia per i propri figli, e oltre il 25% degli italiani lo ha fatto almeno una volta l’anno. Basata sull’assunzione di sostanze in forma molto diluita, e per questo ancora al centro di polemiche sulla sua presunta efficacia, questa disciplina, fondata da Samuel Hahnemann celebra il prossimo 11 aprile la Giornata internazionale aprendo gli studi a visite gratuite. Tra sostenitori della prima ora e utilizzatori più scettici, quasi un italiano su 5 l’ha utilizzata almeno una volta nel corso dell’anno passato. Lo rivela un rapporto realizzato dalla società di ricerche di mercato Emg dal titolo ‘Omoeopatia: l’immagine odierna’.

Spiegano gli esperti
Si tratta di un dato in lieve crescita visto che nel 2012 erano il 16,2% e nel 2015 il 16,5%, “elemento da non sottovalutare considerando che i costi sono ovunque a carico totale del paziente ad eccezione della Toscana”, spiega Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, l’associazione che riunisce circa 22 aziende del settore. Il 26,7% del campione testato, inoltre, ne fa uso pediatrico, senza tra l’altro aver registrato effetti avversi. Tra i bambini che ne fanno uso, l’80% ha più di 6 anni. “Sempre più spesso – conferma Simonetta Bernardini, presidente della Società italiana omeopatia e medicina integrata (Siomi) – vediamo genitori che non comprano medicine omeopatiche per se stessi, ma non risparmiano sui figli. In particolare molti pediatri cominciano a prescriverle per infezioni delle alte vie respiratorie, tosse e allergie”.

A parte l’uso pediatrico, in genere a scegliere medicinali omeopatici sono più le donne degli uomini e la fascia di età più interessata è tra 34 e 54 anni. A preferirla sono anche persone con grado di istruzione superiore e che vivono al nord o nelle isole. Nel 22,6% dei casi a consigliarla sono i farmacisti, nel 21,7% gli amici, solo nel 15% il medico di base e nel 14% lo specialista. Raramente si tratta di un utilizzo esclusivo. “Normalmente – spiega Gorga – si assumono insieme a farmaci tradizionali e i motivi per cui vi si ricorre sono soprattutto raffreddori (63%) e dolori articolari o muscolari (30%), ma anche ansia, emicrania, problemi digestivi”. Ma l’omeopatia resta un tema controverso, con diversi studi che ne certificano l’inutilità e recenti episodi che hanno visto malati di tumore rinunciare alle cure per seguire pratiche alternative. In questi casi, conclude Gorga, “la responsabilità non è della disciplina, ma del medico che prescrive in modo improprio. Piuttosto da questi episodi emerge sempre più la necessità di disciplinare la formazione all’interno delle università come prevede un decreto legge ancora fermo in Senato”.

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