Covid: più persone con disturbi alimentari

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In Italia sono 2,4 milioni le persone in cura per disturbi alimentari, con l’età media dei pazienti che cala e con gli uomini che sono sempre più interessati da questo problema. Lo ricorda Laura Dalla Ragione, Presidente della Società Italiana Riabilitazione Disturbi del Comportamento Alimentare e del Peso, alla vigilia della giornata mondiale dedicata a questo problema che si celebra il 2 giugno, secondo cui il fenomeno si è aggravato a causa della pandemia.

Le cifre, spiega Dalla Ragione, vengono da una survey che si è appena conclusa e che tiene conto di diversi flussi informativi da ospedali, territorio, specialistica, e centri di riabilitazione. Nel primo semestre del 2020 sono stati rilevati nei diversi flussi informativi 230.458 nuovi casi, contro 163.547 nello stesso periodo del 2019, con un aumento dei dati provenienti sia dalle SDO e dai dati territoriali dei Centri specialistici, con un ulteriore abbassamento dell’età di esordio. Si assiste, scrive l’esperta, ad un calo dell’età mediana e della proporzione di ricoveri di sesso femminile rispetto a quelli maschili, confermando un abbassamento dell’età di insorgenza dei disturbi (il 20% della popolazione ammalata è alla fine del 2019 sotto i 14 anni) e una loro maggiore diffusione nella popolazione maschile (nella fascia tra i 12 e 17 anni comprende il 10%).

“Da settembre a novembre 2020 il trend della domanda di cura è ancora in crescita – spiega dalla Ragione – e il secondo semestre sta confermando l’aumento e l’abbassamento dell’età di esordio. In questi mesi abbiamo visto il Sistema Sanitario Nazionale concentrato sull’emergenza della pandemia da Covid-19. Interi ospedali hanno interrotto qualsiasi tipo di attività per essere dedicati esclusivamente alla cura del Covid-19, gli ambulatori sono stati chiusi, molti trattamenti sospesi. Proprio per questa emergenza, le persone che soffrivano di una malattia o un disturbo si sono  aggravate, hanno avuto ricadute e la domanda di cura per i nuovi casi è spesso andata inevasa”.

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