Da Expo: i molteplici benefici del vino

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shutterstock_153150341Il vino, se consumato in quantità moderate, ha un ruolo benefico sulla salute che è stato illustrato nel corso di un convegno ad Expo coordinato dal professor Enzo Grossi, Advisor scientifico di Padiglione Italia, per l’organizzazione del Comitato Grandi Cru d’Italia.

Il professor Giovanni de Gaetano dell’Istituto Neurologico Mediterraneo, il professor Ramon Estruch del Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Barcellona, il dottor Kieran Tuohy dell’Università di Reading e del Gruppo di Nutrizione e Nutrigenomica della Fondazione Edmund Mach e il professor Fulvio Ursini del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova hanno illustrato le conclusioni a cui sono arrivati gli studi nazionali e internazionali sul ruolo benefico del vino.

Si è concluso, in sostanza, che sono i polifenoli, ma anche la moderata quantità di alcol del vino, in particolare quello rosso, che agiscono positivamente, oltre che per gli aspetti cardiovascolari, anche verso le malattie che riducono la funzione cognitiva e quelle neurodegenerative come l’Alzheimer, quantomeno ritardandole e rendendole meno gravi, quindi riducendo il rischio di demenza.

Dati provenienti da ampi studi osservazionali suggeriscono anche che aumentando l’aderenza a diete di tipo mediterraneo si consente il mantenimento di una migliore funzione cognitiva e un ridotto rischio di demenza. Notevoli benefici dal consumo ai pasti di 1,5 bicchieri di vino, sono stati accertati non solo nel campo della prevenzione di malattie cardiovascolari, che insieme ai tumori sono la prima causa di premorienza, ma anche nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare già colpiti da un precedente evento.

Nei diabetici di tipo 2, come ha dimostrato il recentissimo studio dell’Università Ben-Gurion del Negev in Israele, il vino consumato in moderazione nel contesto di un’alimentazione di tipo mediterraneo si è rivelato efficace nella riduzione del rischio di morte o nell’incidenza di nuovi eventi cardiaci, favorendo anche il colesterolo buono.

“Gli effetti benefici del vino trovano riscontro in base agli studi, sempre più approfonditi,  sul microbiota intestinale umano, cioè attraverso lo studio dei batteri che risiedono nell’intestino” – ha precisato il professor Tuohy.

Il microbiota è ormai riconosciuto come un importantissimo regolatore della salute umana e si compone di migliaia di differenti specie microbiche. I piccoli microbi da cui derivano gli acidi grassi a catena corta e gli acidi fenolici (presenti nel vino in alte concentrazioni) hanno effetti positivi ai fini dell’assunzione di energia e sul sistema immunitario, e quindi sullo sviluppo del cervello e delle funzioni cognitive. I due componenti alimentari, quali fibre vegetali e polifenoli, sono i capisaldi della dieta mediterranea. A compiere la metabolizzazione delle fibre, dei vegetali e dei polifenoli sono i microbi buoni che alimentandosi delle componenti suddette finiscono per diventare più numerosi dei microbi cattivi, realizzando quindi uno stato di benessere.

A margine del workshop sono state evidenziate alcune ricerche in atto che attestano che anche solo inspirando gli aromi dei polifenoli, come si fa per sentire i profumi nel bicchiere, si impedisce l’atrofizzazione della parte di cervello interessata nelle malattie neurodegenerative; infatti, i sommelier mostrano, dalla ricerca condotta, che quella parte del loro cervello invece che atrofizzarsi è più sviluppata della media umana.

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