Dipendenze comportamentali. A rischio quasi 2 milioni di adolescenti

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Dal cibo ai video giochi fino ai Social Media. Si nascono qui le insidie per gli adolescenti della Generazione Z, ragazzi nati tra il 1996 e il 2010, a rischio di sviluppare dipendenze comportamentali. Il rischio di Food addiction, ossia la tendenza a mangiare in maniera incontrollata cibi ricchi di zuccheri e/o grassi, colpisce oltre un milione e 150mila adolescenti tra gli 11 e i 17 anni, in particolare ragazze. Quasi 500mila studenti, soprattutto maschi, sono invece a rischio dipendenza da videogiochi. La frequentazione compulsiva e incontrollata di Facebook, Instagram, Tik Tok, Twitch investe quasi 100mila adolescenti. E non mancano i giovanissimi che si chiudono per diversi mesi nella propria camera (almeno 6), senza mai uscire. Un isolamento che abbiamo imparato a conoscere nella sua manifestazione clinica estrema: l’Hikikomori che riguarda l’1,8% degli studenti medi e l’1,6% di quelli delle superiori.

Alla base di queste dipendenze, che portano spesso gli adolescenti alla depressione, ci sono soprattutto le difficoltà a parlare con i propri genitori di cose che li preoccupano. Una mancanza di confronto che mette a disagio soprattutto i ragazzi delle scuole medie che presentano una tendenza rischiosa al ritiro sociale.

Questa la fotografia scattata e dallo studio Dipendenze comportamentali nella Generazione Z, frutto di un accordo tra il Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, presentato oggi con un convegno nella sede dell’Istituto.

Lo studio ha coinvolto nell’autunno del 2022 più di 8.700 studenti tra gli 11 e i 17 anni, 3.600 circa delle scuole secondarie di primo grado e 5.100 circa delle secondarie di secondo grado, su tutto il territorio nazionale, selezionati in modo da avere un campione rappresentativo della popolazione. La survey ha approfondito anche la relazione tra genitori e figli, invitando a partecipare tutti i genitori delle scuole medie che avevano aderito allo studio, e sono stati raccolti 1.044 questionari.

Obiettivi dell’indagine, realizzata con Explora ricerca e Analisi Statistica, sono stati quelli di analizzare le caratteristiche dei ragazzi con un profilo di rischio (tratti di personalità; dimensione relazionale; contesto famigliare, scolastico e sociale; qualità del sonno) e i comportamenti legati all’utilizzo di internet, quali sfide social (social challenges), doxing (ossia la diffusione online di foto, video o altri dati personali riguardanti una persona senza il suo consenso), sexting (l‘invio o ricezione di messaggi, video e foto personali a sfondo erotico), morphing (la modifica della propria immagine attraverso App per migliorare il proprio aspetto o nascondere eventuali difetti o imperfezioni). Infine un focus di interesse è stato lo studio delle competenze genitoriali e il confronto tra i profili emotivi e comportamentali autodichiarati dai ragazzi con quelli riportati dai genitori.

Vediamo quali sono i principali dati emersi dalla ricerca

Social media addiction

Il 2,5% del campione presenta caratteristiche compatibili con la presenza di una dipendenza da social media (circa 99.600 studenti), percentuale che nel genere femminile raggiunge il 3,1% nelle studentesse di 11-13 anni e il 5,1% nelle studentesse di 14-17 anni. Gli studenti a rischio nella popolazione 11-13 anni hanno 10,1 volte in più di probabilità di avere una ansia sociale grave o molto grave e 5,5 volte in più di presentare un carattere di alta impulsività.

Internet Gaming Disorder
Il rischio di disturbo da uso di videogiochi vede coinvolto il 12% degli studenti (circa 480.000 studenti italiani). Il genere maschile è più colpito, con la percentuale che arriva al 18% negli studenti maschi delle secondarie di primo grado e al 13,8% negli studenti delle superiori (contro il 10,8% nelle scuole medie e il 5,5% nelle scuole superiori per le femmine). Rispetto all’età, la percentuale di rischio maggiore si rileva nelle scuole medie con il 14,3% dei ragazzi a rischio, mentre il dato scende al 10,2% alle superiori.

I fattori associati sono la depressione moderatamente grave o grave, con un rischio di 5,54 volte maggiore nei ragazzi di 11-13 anni e 3,49 nei ragazzi 14-17 anni e un’ansia sociale grave o molto grave, con un rischio di 3,65 volte maggiore rispetto alla media nei ragazzi di 11-13 anni e 5,80 nei ragazzi 14-17 anni

Food Addiction
Il rischio di food addiction coinvolge 1.152.000 studenti circa tra gli 11 e i 17 anni, di cui più di 750mila sono femmine (271.773 delle scuole medie e 485.413 delle superiori). il 13,1% (circa 523milastudenti) presenta un rischio lieve; il 6,4% (circa 256.000 studenti) un rischio moderato; il 9,3% (più di 373.000 studenti) presenta un rischio grave.

Coloro che presentano un rischio di food addiction grave nel campione 11-13 anni hanno 11,62 volte in più la probabilità di avere una depressione moderatamente grave o grave; 6,55 volte di presentare una depressione moderata; 4,43 volte di presentare ansia moderata e 2,39 volte di avere depressione lieve.

Tendenza all’isolamento
Gli studenti di 11-13 anni che hanno indicato di essersi isolati tutti i giorni negli ultimi 6 mesi sono stati l’1,8% (circa 30.175 studenti delle scuole medie), mentre la percentuale degli studenti 14-17 anni è del 1,6% (circa 35.792 studenti delle scuole superiori). Rispetto al genere, la prevalenza più alta si ritrova nelle femmine che tendono ad isolarsi nella loro camera senza uscire di casa nell’1,9% nel caso delle studentesse delle scuole medie fino ad arrivare al 2,4% dei casi delle studentesse delle scuole superiori. Il dato allarma per la precocità del fenomeno e l’età più critica risulta essere i 13 anni.

Focus genitori
Gli studenti di 11-13 anni con un rischio di Social Media addiction dichiarano una difficoltà comunicativa con i genitori nel 75,9% dei casi (questa percentuale scende al 40,5% in chi non presenta il rischio); quelli che presentano un rischio di Internet Gaming disorder nel 58,6% (vs 38,3% di chi non lo presenta); quelli che presentano una food addiction grave nel 68,5% (vs il 34,4% di chi non ha nessuna food addiction).

Infine, questa difficoltà di comunicazione con i genitori è dichiarata dal 72,1% dei ragazzi delle scuole medie che presentano una tendenza rischiosa al ritiro sociale (vs 40,8% di chi non presenta questa tendenza); questa percentuale sale al 77,7% nei ragazzi delle scuole superiori con lo stesso disagio (vs 50,3% dei coetanei che non presentano questo rischio).

Tra i genitori che dichiarano di “non osservare problematiche nei figli legate all’uso rischioso dei videogiochi” vi è invece l’8,6% che presenta un figlio con rischio di gaming addiction, del quale evidentemente il genitore rispondente non si accorge. Addirittura, nei genitori che dichiarano che il loro figlio “non gioca con i videogiochi” si riscontra il 3,7% di casi di figli che presentano un rischio di gaming addiction.

Anche tra i genitori che dichiarano di “non osservare comportamenti di assunzione incontrollata di cibi poco salutari nei loro figlio” si ritrova quasi un 20% di ragazzi con un disturbo di food addiction (9,1% lieve; 5,5% moderata; 5,2% grave). Di contro, tra i genitori che dichiarano di “osservare problemi di gaming addiction nel figlio” c’è una sovrastima del problema in quanto seppure lo screening non ha riportato presenza di rischio nei figli, il 75,9% dei genitori indica una preoccupazione per la dipendenza del figlio. Allo stesso modo anche tra i genitori che dichiarano “assunzione incontrollata di cibi non salutari” da parte dei figli, il 55,8% dei ragazzi non presenta nessun rischio di food addiction, indicando una errata valutazione da parte dei genitori.

Focus cannabis
Gli analisti hanno poi esplorato l’uso di drighe. Alla domanda “Hai mai fumato cannabis?” gli studenti delle superiori hanno risposto positivamente per il 22,3%. Non ci sono differenze sostanziali tra maschi e femmine; si riscontrano percentuali più alte di ragazzi che presentano rischio nella food addiction, nella social media addiction e nell’isolamento sociale, rispetto ai compagni che non hanno mai fumato cannabis; presentano maggiormente comportamenti di doxing sia praticato che subito, di sexting sia inviato che ricevuto, di attività di morphing e di social challenge. Inoltre tra i ragazzi che hanno fumato cannabis c’è una percentuale maggiore di fumatori, consumatori di alcol, di episodi di ubriacature nell’ultimo mese, di consumo di altre sostanze d’abuso e ansiolitici.

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