Fumo in gravidanza lascia tracce nel sangue del bimbo

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shutterstock_232134673I bambini mostrano per lungo tempo tracce di fumo nel sangue, se la loro mamma ha fumato durante la gravidanza. Queste tracce molecolari rimangono, infatti, nel loro sangue fino all’età di 5 anni. Lo rivela uno studio della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, pubblicato sulla rivista Environmental Research. I ricercatori hanno analizzato il sangue di 531 bambini in età prescolare, provenienti da 6 diversi luoghi degli Usa. Con sofisticati test genetici, gli studiosi hanno riscontrato che nell’81% dei casi il test determinava con esattezza l’esposizione prenatale al fumo.

È possibile – aggiungono i ricercatori – che la “firma” lasciata dal fumo sia correlata anche all’esposizione del cosiddetto fumo di seconda mano, dopo la nascita del piccolo, ma questo non è applicabile a tutti i casi, in quanto i bambini le cui mamme hanno fumato in gravidanza avevano questa traccia molecolare già alla nascita. “Sapevamo già che il corpo è un accumulatore di esperienze passate (l’evidenza di un’esposizione al piombo vive, ad esempio, nelle nostre ossa) – spiega Daniele Fallin, autrice dello studio – ma non sapevamo che qualcosa di facile da raccogliere come il sangue potrebbe contenere prove di esposizioni avvenute non solo durante la vita, ma prima della nascita. È questo che rende questi risultati così interessanti”.

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