L’obesità va considerata alla stregua dell’invecchiamento precoce. Predispone infatti a malattie che normalmente si potrebbero presentare in età avanzata. A rivelarlo è uno studio pubblicato su Obesity Reviews e coordinato dalla Concordia University.
I ricercatori hanno notato sui topi come la morte programmata delle cellule, detta apoptosi, indotta dall’obesità è presente nel cuore, nel fegato, nei reni, nei neuroni, nell’orecchio e nella retina. L’obesità inibisce anche l’autofagia cellulare, cioè la possibilità delle cellule di rimuovere componenti danneggiati. Senza questa aumenta il rischio di cancro, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e Alzheimer.
A livello genetico, invece, i ricercatori scrivono che l’obesità influenza una serie di alterazioni associate all’invecchiamento. Gli effetti dell’obesità su declino cognitivo, mobilità, ipertensione e stress sono tutti simili a quelli di chi è più anziano e ci sono conseguenze anche sul sistema immunitario: l’influenza, ad esempio, spesso colpisce i pazienti con obesità ad un tasso più elevato rispetto agli individui di peso normale. Gli obesi, infine, sono soggetti anche a maggior rischio di sarcopenia, un declino della massa e della forza muscolare solitamente dovuto all’invecchiamento.